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Mostri, belve, animali nell�immaginario medievale/ 14

L'ARIETE

Franco Cardini - Storia Medievale, Universit� di Firenze

Articolo pubblicato per la prima volta sulla rivista Abstracta n� 24 (marzo 1988), pp. 46-53, riprodotto per gentile concessione dell'autore che ne detiene i diritti. Riproduzione vietata con qualsiasi mezzo.
 

 

Figura astrale corrispondente alla costellazione che segna l�ingresso della primavera, l�ariete ha una chiara valenza solare, guerriera e fallica. Attestazioni di divinit� dell�Ariete si ritrovano nella religiosit� egizia e in quella vedica. Nel mondo greco-romano come in quello biblico, l�ariete � un animale per definizione deputato al sacrificio. Nel mondo cristiano spesso viene raffigurato come ariete l�Agnello-Cristo che salva l�umanit� con il suo sacrificio, in contrapposizione al cattivo capro, simbolo dell�impuro.  

 

 

S. Giovanni Battista di Michelangelo Merisi detto il caravaggio: l'Ariete vi � raffigurato quale simbolo del Cristo.  
 

Nel luglio 1987, in Giordania, si scavava un'ottantina di chilometri a sud di Amman, nella citt� nabatea, romana e bizantina di Umm ar-Rasas. Gli scavi erano diretti dal professor Michele Piccirillo dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Durante una sosta dei lavori, un archeologo volt� svogliatamente una grossa pietra arenaria caduta da un cornicione: sulla faccia di quella pietra che il terreno aveva protetto per tanto tempo comparve una delicatissima scultura databile al VI -VII secolo d.C.: un maschio adulto di pecora dotato di belle grandi corna spiraliformi. Un montone: o meglio, un ariete.

Con l'ariete, il maschio giovane e ardito del gregge, si � dinanzi a un simbolo zoomorfo nodale nella cultura eurasiatica. Giovinezza, sanit�, allegria, aggressivit�, forza, baldanza si concentrano in questo giovane splendido animale dal pelame sovente raffigurato candido o, pi� spesso, giallo dorato (e torna subito alla memoria il Vello d'Oro del mito, ma anche della Bibbia; e il Toson d'Oro borgognone e poi asburgico ).

Figura astrale corrispondente alla costellazione che segna l'ingresso nella primavera, quando i nati del gregge cominciano ad allontanarsi dalle madri e a ruzzare, e sentono incipienti le corna sulla fronte, l' Ariete ha una chiara valenza solare, guerriera e fallica: non a caso la macchina di guerra che prende il suo nome � quella che atterra e viola i battenti. D'altronde, esso � nel mondo greco-romano come in quello biblico vittima designata del sacrificio: e poich� si sacrificano spesso agnelli che stanno per compiere un mese di vita e ai quali stanno per spuntare o sono gi� spuntate le corna, � difficile dire in realt� dove termina l'agnello e dove comincia l'ariete.

La stessa indecisione si nota nel mondo cristiano, dove l'Agnello, questa figura simbolica centrale dell'Incarnazione e del Mistero eucaristico, � sovente raffigurato come un ariete. E dove il buon ariete � spesso contrapposto al cattivo capro, con una precisa opposizione basata sul concetto di purezza-impurit�. Irresistibile forza sessuale, potenza assoluta e perfetta, l'ariete � concepito come vergine: questo lo distingue dal montone, maschio adulto, padre del gregge. L'ariete non � mai vecchio.

In astrologia, l'ariete � collegato strettamente con il pianeta Marte e con il dio che ad esso d� il nome: nella Cosmographia di John Foxton, del 1408, un piccolo ariete � sistemato sulla testa del dio Marte. Nella corrispondenza tra costellazioni e parti del corpo, cos� importante nella medicina astrologica, l' Ariete governa la testa.

La prima attestazione di divinit� dell'ariete ci viene dall'isola di Elefantina, presso Assuan, e dal dio Chnum, dio-ariete, �Signore dell' Acqua Fredda", e �dio-vasaio", cio� plasmatore degli esseri umani. Fu forse proprio la giovanile capacit� di riproduzione dell'ariete, la sua forza fecondatrice, a ispirare questo culto. Non � .invece pi� tanto il �facitore d'uomini", quanto il signore universale, quello che si adora a Karnak nel grande tempio eretto durante il Medio Regno (2052- 1570) in onore del dio criocefalo Amun, o Amon. Al tempio di Karnak si accede appunto percorrendo un grande viale fiancheggiato da sfingi che - come il dio - hanno testa d'ariete. Identificato col massimo dio solare, e adorato come Amon-Ra, il dio-ariete rimase tra le figure mitiche pi� popolari in Egitto; pi� tardi - fra VIII e VII secolo a.C. - una dinastia di principi etiopi, che cre� un grande regno incentrato fra la terza e la quinta Cateratta, e che dominava tutta la fascia nilotica da sud di Khartum fino a Tebe, dette nuovo impulso al culto di Amon, centro del quale divenne la citt� santa di Napata. Si deve forse a questi tardi faraoni etiopi se il dio-ariete si � diffuso nell'Africa centrale (Marcel Griaule l'ha rintracciato, con funzioni agrarie e fecondatrici, presso i Dogon); il culto dell'ariete sopravvisse anche nel centro di Meroe, dalla quale si usa indicare quale �meroitica� tutta questa civilt� egizio-etiopica che ha forse avuto importanza incalcolabile quale centro nodale di cultura fra Egitto, Africa centrale e mondo arabo-asiatico.

Esso trovava molte centinaia di chilometri a est, oltre l'Oceano Indiano, un corrispettivo importante nel culto dell'ariete presso le civilt� arie dell'India. L'ariete � l� meshas, "il torrenziale�, con un riferimento al tempo stesso uranico (il cielo gonfio di nubi tempestose) e fecondatore (l'inseminazione spermatica della pioggia sulla terra). Non stupir�, in una cultura nomadica come quella aria primitiva, il rapporto fra il cielo tempestoso e l'immagine dell'ariete celeste, pastore delle nubi che portano la tempesta.

 

Non stupir�, in una cultura nomadica come quella aria primitiva, il rapporto fra il cielo tempestoso e l'immagine dell'ariete celeste, pastore delle nubi che portano la tempesta.

Nel Rigveda, il dio guerriero, pluviale e tonante Indra � appunto rappresentato come un bellicoso ariete; e se teniamo presente che Indra � per eccellenza, �l'atterratore di rocche� ( e a questo punto la tentazione di avvicinare l'ariete all'ordigno da assedio omonimo sarebbe forte), il legame tra forza guerriera ed energia sessuale - l'ariete come violatore delle porte chiuse e delle fortezze imprendibili - risulter� chiaro. Da qui, una prima osservazione sul carattere bipolare, fecondatore e distruttore, dell'energia dell'ariete: un elemento che torner� tra i dati caratterizzanti di quella costellazione nella tradizione astrologica.

Nelle Upanishad, � sotto le spoglie dell'ariete che Indra insegna la dottrina dell'unicit� del Principio supremo: "Mi sono mutato in ariete per la tua felicit�. Tu sei giunto alla Legge per il tuo bene".

Il segno zodiacale dell'Ariete in un'antica miniatura
 

 




Il lavoro nei campi nel periodo dominato dall'Ariete

 

 

Se Indra � il capo dei deva, i "divini", l'ariete appartiene come attributo anche a un asura che i Veda avvicinano ai deva, cio� ad Agni, il Fuoco, che � al tempo stesso messaggero degli d�i ai quali sono rivolti i sacrifici cruenti di cui il fuoco � tramite, e dio domestico, protettore del focolare, centro della casa: dio splendente, luminoso, benevolo, Agni � il signore di tutto quel che sulla terra � luce, compreso l'oro. Questo rapporto dell'ariete col focolare sembra tipico del mondo indoeuropeo: e quindi ad esso si pu� risalire per spiegare gli alari e le pietre del focolare ornati di teste d'ariete che si trovano nello stesso mondo celtico.

Si resta sempre incerti, quando si tratta di azzardare un giudizio sia pure ipotetico sulle "origini" e le "influenze" delle religioni. In Grecia, noi vediamo che l'ariete ha un posto simbolico importante in due direzioni: una uranico-solare, come animale sacro ad Apollo (e la suggestione di Amun potrebbe essere presente; ma chi pensa invece al rapporto fra cultura vedica e poi brahmanica e cultura ellenica alla luce dell�ondata indoeuropea della fine del II millennio, preferisce invece avvicinare Apollo a Indra), e una soterica, come simbolo di Hermes (il quale, nel suo ruolo di Messaggero divino, si potrebbe porre in rapporto con Agni).

Preso i Dori, si adorava quell�Apollo che Pindaro chiama Karneios: sotto forma d�ariete egli era il consigliere dei pastori e il protettore delle greggi,  che salvava dall�epizoozia (1) e dalle belve; a Sparta, in agosto-settembre, si celebravano in suo onore le feste di nove giorni dette K�rneia. a Tanagra, in Beozia, si salutava quale salvatore delle greggi dall�epizoozia, in vece, Hermes, il quale avrebbe preso sulle sue spalle un ariete e lo avrebbe condotto intorno alla citt� in un rito che avrebbe allontanato il flagello. Si tratta di Hermes �crioforo�, �portatore dell�ariete� (che in greco � kri�s), che � forse uno dei modelli formali del �Buon Pastore� cristiano. � stato notato come nella radice KRN siano incluse le idee di �potenza� e di �elevazione�, connesse con  le corna e con la corona (il latino e quindi l�italiano, mantengono ben evidente questa radice in entrambe le parole). Apollo Karneios � tale in quanto dio-ariete, quindi provvisto di corna, e signore della corona raggiante; ma anche in quanto saettante, signore del keraunos, cio� della freccia, e dei kerata, delle vette: attributi che non a caso condivide con Belenos, l�Apollo celtico (del resto Apollon e Belenos sono varianti dello stesso nome).

Egitto, India vedico-brahmanica, Grecia: siamo andati cercando le tracce della criolatria in questi tre Paesi, magari passando per la Nubia governata da una dinastia regale d'origine etiopica. A questi Paesi siamo in un modo o nell'altro costretti a tornare se consultiamo la biblica �visione di Daniele� (Daniele 8, 1- 21) , dove il montone dalle corna alte ma disuguali � l'impero medo-persiano, che viene affrontato e abbattuto da un capro provvisto di un corno solo e proveniente dall'Occidente, cio� da Alessandro Magno. Comunque il montone (cio� l'ariete), che il testo di Daniele assegna alla potenza persiana, sembrerebbe a ben guardare adattarsi piuttosto ad Alessandro stesso, che la tradizione araba chiama al-Iskandar dhul-qarnein, �Alessandro il Bicorne�. Le corna sono, com'� noto, simbolo di dominio, e in quanto tali sono spesso connesse con le corone; due corna, potrebbero quindi simboleggiare il potere di Alessandro esteso sull'Oriente e l'Occidente. Ma v'� forse qualcosa di pi�.

Alessandro amava, sin da giovanissimo, un dio bicorne che aveva conquistato l'India: Dioniso, raffigurato sovente con corna taurine. Pi� tardi, fra l'inverno del 332 e la primavera del 331, dopo aver conquistato Tiro al termine di un lungo assedio e aver respinto le profferte di pace di Dario III, il Macedone giunse in Egitto, visit� i santuari di Eliopoli e di Menfi, fond� Alessandria e infine os� mettersi in marcia alla volta dell'oasi di Siwa, in Libia, affrontando -come gi� avevano fatto gli eserciti di Cambise - il deserto e le sue tempeste di sabbia. Giunto nell'oasi di Siwa, visit� il santuario sacro ad Amon che l� sorgeva: i sacerdoti lo acclamarono figlio di quel dio, e Plutarco aggiunse che 'si sparse la voce che lo avessero altres� chiamato "figlio di Zeus".

 

Nella cultura alessandrina e poi romana si sarebbe in effetti diffuso il culto di Giove-Ammone, raffigurato coronato di corna d'ariete. E Alessandro, proclamato dai sacerdoti egizi figlio del dio-ariete, avrebbe ben potuto a sua volta fregiarsi di quelle insegne. � questa l'origine del suo epiteto nella tradizione araba? Il Corano, nella �Sura della Caverna�, parla dell'Uomo dalle Due Corna vincitore di Gog e Magog, e sembra in questo riprendere elementi desunti dal Libro di Daniele e dall�Apocalisse.

Nella Scrittura ebraica e quindi cristiana, comunque, l'ariete pi� importante non � quello della profezia di Daniele, ma quello del sacrificio di Abramo.

L�uso dell'ariete come animale sacrificale � antico e diffuso: in quanto �miglior capo� del gregge, esso era un animale per definizione deputato al sacrificio: nei culti di Attis e di Cibele si praticava inoltre il Criobolio, affine al Taurobolio (2) mitraico: il fedele veniva posto sotto l'ara sulla 1uale l' ariete era sacrificato, e �lavato� con il sangue di esso.

Nell'esegesi patristica dell'episodio del sacrificio di Abramo, tuttavia, si sottilineava - ed era Agostino i proporlo - la presenza dell'ariete come simbolo cristico.



L'Agnello mistico (1425-32), dettaglio, di Jan Van Eyck.

 
Il racconto biblico presenta Abramo volgersi - dopo che la mano dell' angelo gli ha impedito di volger 'arma contro il figlio Isacco - a un ariee, rimasto provvidenzialmente imprigionato tra le spine presso il luogo del sacrificio. Ecco quindi che Isacco diviene figura dell'umanit� salvata dal sacrificio dell' ariete (il Cristo); le spine del roveto nel quale l'animale � rimasto prigioniero alludono, nel contesto di questa lettura, alla corona stessa di spine che � uno degli strumenti della passione. L'oggetto del sacrificio pasquale, nella tradizione ebraica, � senza dubbio un agnello: tuttavia, esso tende iconograficamente talora ad avvicinarsi all'ariete, forse anche per attrazione fra il tema pagano dell'Hermes crioforo e quello cristiano del �Buon Pastore�, Arieti figurano insieme alle pecore nelle greggi simbolo dei beati in molte raffigurazioni del Giudizio universale, contrapposti agli impuri capri che stanno alla sinistra e che - secondo il Vangelo di Matteo - sono figura dei reietti. Nella moralizzazione dei miti pagani in termini cristiani prender� pi� tardi posto anche il racconto omerico di Ulisse, che esce dalla caverna di Polifemo nascosto sotto il ventre di un grosso ariete: a sua volta simbolo dell'uomo che, affidandosi al Cristo, sfugge al peccato e all'inferno di cui la caverna del Ciclope � simbolo. L' Agnello dalle sette corna dell'Apocalisse � rappresentato talora con corna di ariete.



L'Ariete, dall'Uranographia di Johann Bode (1801)

Nel mondo medievale, la presenza dell'ariete risente attraverso la mediazione cristiana dei suoi presupposti egizi, indiani e greci: ma prevale senza dubbio il suo carattere astrale, come costellazione che presiede all'inizio dell'anno e della primavera e che sta in rapporto con il pianeta e il dio Marte. Anche nel linguaggio alchemico, per lo stesso motivo, esso rappresenta l'inizio della Grande Opera. Il tipo dominato dall'influsso dell' Ariete � sanguigno, collerico, generoso, caratterizzato da un'intensa vitalit� e da una pronunziata virilit�. Raro invece � l'ariete come figurai araldica, nel qual caso � ordinariamente passante: insomma, si preferisce non servirsene a indicare quelle caratteristiche virili e guerriere delle quali pur esso parrebbe simbolo ideale. Ma l'ariete balz� d'un tratto, nel XV secolo, all'apice delle fantasie simbolico-emblematiche d'Europa allorch� Filippo il Buono, duca di Borgogna, fond� l'Ordine cavalleresco �di corte� detto �del Toson d'Oro�, che poi - dalla casa di Borgogna passata a quella d' Asburgo, nei due rami spagnolo e austriaco - sarebbe divenuto per oltre tre secoli il pi� amb�to degli Ordini europei. La storia che ispir� il �Tosonex� (cio� il vello) � nota. Secondo il mito greco, due nobili giovani, Frisso e la sorella Elle, ingiustamente perseguitati, si sarebbero salvati dai loro persecutori grazie a Zeus, che avrebbe inviato dal cielo una nube che celava un prodigioso ariete dal vello aureo. Afferratisi al volo alla preziosa pelliccia, i due sarebbero scampati volando verso la Colchide; senonch�, sorvolando il braccio di mare che ora � l'Ellesponto (e che per questo appunto avrebbe ricevuto tale nome) Elle avrebbe lasciato la presa e sarebbe caduta nelle acque. Frisso, al contrario, sarebbe giunto salvo in Colchide, dove per ringraziare Zeuz avrebbe sacrificato l'ariete, appendendone il vello d'oro ad una quercia a guardia della quale fu posto un drago. Successivamente gli Argonauti, guidati da Giasone e con l'aiuto di Medea, si sarebbero impadroniti del vello. Ma alla corte borgognona la storia di Giasone piaceva poco: oltretutto, la proverbiale malafede di quell'eroe nei confronti dell'innamorata Medea si prestava a facili ironie. Qualcuno avrebbe potuto osservare che l'infida politica dei duchi, in bilico perpetuo tra Francia e lnghilterra, si ispirava a quella mitica disonest�. Allora il cancelliere dell'Ordine, che era il dotto vescovo Jean Germain, trov� nella Bibbia un altro �Tosone�: il vello che Gedeone aveva steso durante la notte e che aveva raccolto una prodigiosa rugiada divina, a prova dell'elezione del popolo d' Israele (Giudici, 6,33-40). Quel vello era interpretato, nell' esegesi corrente, come figura sia dell'Incarnazione, sia dell'Immacolata Concezione.

Associati al vello d'ariete, che � l'emblema dell'Ordine, nella simbolica di quel celebre sodalizio vi sono peraltro altri simboli: come la pietra focaia e le fiamme, emblemi personali di Filippo il Buono. Ed � certo una coincidenza: ma il richiamo al fuoco e agli strumenti per accenderlo, presenti anche nel culto brahmanico di Agni, sembrano richiamare l' ariete alle lontane origini del suo culto. � una di quelle coincidenze sulle quali storicisti, strutturalisti e diffusionisti potrebbero meditare a lungo, giungendo com'� giusto a differenti conclusioni; ma che nel mondo dei simboli si verificano spesso, e delle quali non � giusto fingere di non accorgersi.

 


 



La Sfera dell'Ariete, da Triompho di Fortuna di Sigismondo Fanti (1645).

 

NOTE:

(1) Epizoozia: malattia diffusa tra un grande numero di animali e su un vasto territorio.

(2) Taurobolio e Criobolio, secondo A. M. Di Nola, �sono propriamente il catturare il toro o l�ariete a mezzo di un laccio lanciato (bolo) secondo arcaici usi di caccia di probabile origine asiatica�. Nei riti frigi Taurobolio e Criobolio sono lo speciale sacrificio dei due animali, il cui sangue � poi irrorato sul fedele. Sempre secondo di Nola, essi �sembrano essere stati riti individuali, privati, segreti nei tempi pi� antichi, per passare poi a riti pubblici quando la religiosit� frigia si ufficializz� a Roma�.

 

 

La serie di Franco Cardini dedicata alla tradizione del simbolismo animale e dei bestiari, originariamente pubblicata sulla rivista Abstracta tra il 1986 ed il 1989 col titolo di "Mostri, Belve, Animali nell'immaginario medievale", � integralmente ospitata su Airesis nella sezione Il giardino dei Magi. Si compone dei seguenti articoli:

- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 1\ Alla ricerca di un codice interpretativo
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 2\ Enciclopedie, Trattati, Bestiari
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 3\ L'Unicorno
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 4\ L'Orso
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 5\ Il Drago
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 6\ L'asino
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 7\ Il Cervo
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 8\ L'Aquila (prima parte)
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 9\ L'Aquila (seconda parte)
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 10\ La Chimera
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 11\ L'Oca
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 12\ Il Delfino
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 13\ La Civetta
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 14\ La Pantera
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 15\ L'Ariete
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 16\ La Giraffa
- Franco Cardini, Mostri, Belve, Animali nell'Immaginario medievale 17\ La Conchiglia e la Perla

E'on-line il sito personale di Franco Cardini www.francocardini.net
 

 

 

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