L�inquisizione
e le streghe
Le magie dell�inquisitore di Ottavio Olivieri (Giuresperito - Saggista)
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Alla fine del XV secolo si assiste ad un brusco inasprimento della famigerata �caccia alle streghe�. Alle caute norme del Canon Episcopi � che considerava eretico affermare la reale esistenza della stregoneria si sostituisce il terribile Malleus Maleficarum che tacciava di favoreggiamento la stessa incredulit�. Di fronte all�eccezionale �congiura diabolica� tutto � permesso all�inquisitore, dall�inganno alla tortura, con inaudito margine di discrezionalit�. E il risultato finale, naturalmente, � sin dall�inizio pressoch� scontato.
Nei processi per stregoneria un dato di fatto comune � costituito dalla posizione dell'imputato nei confronti del giudice. La disparit� delle parti appare immediatamente evidente: all'immenso potere discrezionale dell'inquisitore si contrappone un accusato che deve provare la propria innocenza con pochissimi e limitati mezzi. � stato rilevato come l'uso della tortura fosse spesso determinante in questo tipo di processi, pi� correttamente si potrebbe indicare l'intera struttura procedurale come elemento decisivo nelle sentenze di condanna. In altre parole l'intero processo � una macchina quasi infallibile per colpire nemici veri o presunti; la discrezionalit� del metodo Jnquisitorio � tale da rendere prevedibile sin dall'inizio il risultato finale.
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Inquisitores Haereticae Pravitatis |
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Il trattato recepisce, esasperandole, le regole processuali preesistenti; le norme gi� delineate da Bernard Gui nella Pratica inquisitionis baereticae pravitatis e da Nicola Eymerich nel Directorium inquisitionis appaiono, nel confronto, quasi garantiste nei confronti degli imputati. Secondo Kramer e Sprenger il giudice non doveva conoscere ostacoli: per combattere l'immensa congiura ordita dal Diavolo e dalle streghe sue complici, nessun intralcio procedurale doveva essere tollerato. L�esperienza personale degli autori, inquisitores haereticae pravitatis per l'intera Germania gi� da diverso tempo, consigliava di non tralasciare alcun espediente utile a sterminare le streghe. Esse erano capaci di ogni sortilegio tale da confondere il giudice ed alterarne l'operato; alla massima diffidenza doveva perci� accompagnarsi la concreta determinazione nell'agire. A tal fine non erano sufficienti i mezzi forniti dal diritto canonico vigente al tempo: la stregoneria presentava caratteristiche eccezionali che dovevano essere affrontate con leggi eccezionali. La stessa incredulit� sull'esistenza delle streghe poteva, secondo il MalIeus, essere assimilata al favoreggiamento se non alla complicit� e, come tale, doveva essere severamente punita. Si tratta di un completo rovesciamento della concezione espressa dat Canon Episcopi, per cui era eretico affermare la reale esistenza della stregoneria. Infatti le disposizioni sui malefizi; riportate dai Libri sinodali di Reginone di Prum (X secolo), nel Corrector di Burcardo di Worms (XI sec., note col nome successivo di Canon Episcopi dal titolo della raccolta generale di leggi e disposizioni ecclesiastiche dove furono inserite nel XIII secolo) consideravano le pratiche magiche frutto di illusione ed inganno, alla stregua di mere superstizioni e non certo di crimini efferati. La repressione di tali comportamenti rientrava perci� pi� nelle competenze del confessore che in quelle del giudice penale. Perseguire la stregoneria e condannarne gli adepti presentava quindi delle difficolt� di ordine pratico: il Canon episcopi, attribuito per lungo tempo al Concilio di Ancyra del 1314, era circondato dal prestigio e dall'autorit� dovuta ad un'antica costituzione della Chiesa. Nonostante i numerosi trattati scritti da importanti teologi sulla reale esistenza della stregoneria, la pratica persecuzione di essa presentava alla fine del quindicesimo secolo alcuni limiti ben definiti dal punto di vista giuridico. Tali ostacoli divenivano di fatto invalicabili quando il giudice si fosse scontrato con la "... potenza delle persone che � triplice ossia potenza della stirpe e della, famiglia, potenza del denaro e potenza della malvagit�, che � da temere pi� delle altre due...". Vale la pena di ricordare quale fosse in merito l'esperienza delle personale di Heinrich lnstitor (Kramer), uno dei due autori del Malleus Maleficarum. Il processo di Innsbruck : Forte della legittimazione concessa dalla bolla pontificia Summis desiderantes affectibus emanata dal pontefice Innocenzo VIII il 5 Dicembre 1484, Institor aveva indagato su misteriosi fatti di stregoneria denunciati nella diocesi di Bressanone. Il processo, iniziato nel Luglio 1485 nella citt� di Innsbruck coinvolse un numero sempre crescente di imputati, fino a comprendere alcuni nobili protetti da Cateriona di Sassonia moglie dell'arciduca Sigismondo d'Austria.Probabilmente per l'arbitrariet� dei metodi usati dall'inquisitore, sicuramente per il fatto che persone potenti erano direttamente o indirettamente imputate, il procedimento sfugg� ben presto di mano all'inquisitore. Il vescovo di Bressanone Georg Golser, che riteneva Institor un vecchio visionario nel febbraio 1486 decise di evitare guai maggiori allontanandolo dalla sua diocesi. Commentando queste vicende, Joseph Hansen definisce il processo di Innsbruck "Klagliches Fiasco", un clamoroso personale insuccesso determinato da errori di valutazione dei fatti e delle persone. |
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Infallibili metodi di sterminio: L'esperienza � una severa maestra, non a caso il Malleus Maleficarum fu scritto proprio nel periodo di forzata inattivit� professionale seguito all'episodio di Bressanone. Non deve stupire che il trattato sia opera dichiaratamente di parte, si tratta del personale punto di vista di un inquisitore, gi� frustrato nelle sue ambizioni e pertanto deciso a non sottilizzare in merito ai mezzi utili allo sterminio delle streghe. Partendo da questa considerazione tento principale � quello di fornire a chi inquisisce metodi infallibili per sentenziare la consapevolezza dell'imputato di stregoneria. |
Per un'insolita serie di circostanze il MalIeus Maleficarum fu considerato norma imperativa emessa dal pontefice e come tale valida per l'intera cristianit�. Se ricordiamo come le disposizioni in esso contenute fossero puntualmente osservate nella procedura penale del tempo, non deve stupire la relativa omogeneit� delle norme relative all'interrogatorio in siffatti procedimenti. Poich� nei processi alle streghe era difficoltosa una produzione probatoria reale, cresceva l'importanza da attribuirsi alle testimonianze ed alla confessione dei colpevoli. Per raggiungere tali finalit� l'inquisitore non aveva, di fatto, che l�imbarazzo della scelta, senza troppe preoccupazioni sulla liceit� dei metodi usati. Nel sistema elaborato da Kramer e Sprenger ci� che il giudice deve con ogni mezzo evitare � la reticenza della presunta strega; i tormenti fisici sono solo alcuni dei mezzi consentiti e non sicuramente i pi� efficaci. Laddove non vi siano confessioni pi� o meno spontanee non vi pu� essere condanna, il procedimento si trascina nel tempo tanto da determinare l'ironia degli scettici e l'intervento dei potenti. L 'inquisitore perde di credito mentre il Nemico ha la possibilit� di aumentare i propri adepti; in questo tipo di processo bisogna agire con la massima celerit�, il giudice non deve conoscere esitazioni. Come il principe di Machiavelli chi interroga una strega deve essere volpe e lione; promettere e blandire, minacciare e far uso di violenza ove le circostanze lo richiedano. I buoni sentimenti possono riuscire meglio della violenza; come preliminare all'interrogatorio � pertanto utile esortate gli amici dell'imputato (con inconsueto buon gusto gli autori non indicano i possibili mezzi di persuasione) affinch� lo convincano a confessare i propri crimini, perch� cos� avr� salva la vita. Qualora l'imputato non abbia amici o questi non siano reperibili, cosa senz�altro frequente data la nozione omnicomprensiva di complicit� adottata dal Malleus Maleficarum, l'inquisitore pu� agire mediante molteplici strumenti di coartazione. Se, a detta di Kramer e Sprenger, l'interrogatorio di una strega �...presuppone una fatica altrettanto grande se non maggiore di quella che presuppone esorcizzare un indemoniato...�, i metodi consentiti all'inquisitore sono tali da garantire un numero di successi senz'altro maggiore. Prima di tutto bisogna fiaccare la volont� della vittima, poich� tale, a questo punto del processo, � la condizione dell'imputato. L 'esperienza dimostra a tal fine pu� essere sufficiente il carcere e le miserie che ne conseguono; soprattutto le giovani streghe sono indotte a confessare anche solo dopo un breve periodo di prigione. La
caccia ai talismani : Purtroppo non sempre � cos� facile, in tal
caso deve cominciare la serie degli interrogatori e non debbono essere
trascurate le cautele determinate dalla potenziale condizione
dell'imputato, per definizione alleato e protetto del Maligno. Giunta al
cospetto dell'inquisitore la presunta strega deve essere completamente
spogliata, perch� spesso oggetti di stregoneria sono nascosti dentro i
vestiti. Inoltre
� utile accorgimento la rasatura di ogni parte del corpo dell'imputato
poich� talismani capaci di determinare la stregoneria del silenzio
possono essere celati in ogni parte del corpo. A favore di questa
pratica depone l'autorit� dell'inquisitore di Como, il quale, usando
siffatti mezzi, era riuscito a far bruciare quarantuno streghe, tutte
col corpo interamente raso. Ci� era avvenuto nell'anno 1485, proprio
nello stesso periodo nel quale Heinrich Kramer non era riuscito a far
accendere roghi di streghe nella diocesi di Brixen. � comprensibile che
l'insuccesso dell'autore del Malleus
nella vicenda specifica lo abbia indotto a riflettere sui propri
errori, non ultimi quelli di natura pratica e procedurale. Purtroppo
nelle regioni tedesche la pratica della rasatura dei peli era
considerata molto disonorevole, �...Per
cui neanche noi inquisitori l'abbiamo usata; abbiamo invece fatto radere
i capelli e, versando in un calice o in una tazza d'acqua santa una
goccia di cera benedetta e invocando la santissima Trinit� l'abbiamo
data da bere tre volte a digiuno e cos� per grazia di Dio eliminato dai
pi� la stregoneria del silenzio...� Kramer e Sprenger non hanno dubbi: il silenzio � comunque determinato da artifizi diabolici, non � neppure ipotizzabile che ci� consegua ad una sorta di eroismo o addirittura dall'innocenza dell'imputato. Il Diavolo difende gli adepti finche gli aggrada, per poi ab bandonarli quando ci� risponda ai suoi imperscrutabili fini. Proprio per l'amarezza determinata da tale tradimento � ...si vede come alcune streghe, dopo la confessione dei crimini, si procurino la morte da s� strozzandosi o impiccandosi; questa � certamente opera del nemico affinch� non ottengano il perdono di Dio...�. Per scoprire la reale identit� dell'imputato esiste un metodo quasi infallibile: la strega sotto protezione diabolica non pu� piangere, �lacrimas emittere non potest�. Il giudice deve quindi riuscire ad indurre il pianto, sollievo dei penitenti ed indizio sicuro della fuga e della sconfitta del diavolo. |
Lo sguardo: Lo sguardo delle streghe � capace di numerose magie, compresa quella di intenerire l'animo del giudice; molte colpevoli riuscirono con tale mezzo ad ottenere la libert�, � ...chi sa tutto questo per averne fatta l'esperienza, d� una testimonianza vera...�. Gli inquisitori debbono perci� cautelarsi, � necessario che la presunta strega, nuda e possibilmente depilata in ogni parte del corpo, sia condotta di spalle all'interrogatorio, in modo da non riuscire a vedere chi la interroga. Tutto ci� potrebbe essere sufficiente per tenere in soggezione qualunque imputato, ma Kramer e Sprenger non si fermano certo qui. |
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Importanti teologi, quali Duns Scoto, ed autorevoli giuristi, tra i quali Enrico Bartolomei da Susa detto Ostiense, avevano sentenziato come fosse lecito e meritorio combattere le stregonerie mediante opere superstiziose e vane, come fosse cio� opportuno combattere le magie con altre magie. Secondo il precetto dell'Esodo non si debbono tenere in vita gli stregoni; gli inquisitori che combattono una cosi dura battaglia non debbono essere frenati nella loro meritoria missione. Il rito dell'interrogatorio deve seguire modalit� ben definite. In primo luogo le streghe vanno interrogate nei giorni pi� santi e durante la solennit� della messa, in modo che il popolo, ignaro di quanto sta succedendo, sia indotto ad implorare l'aiuto divino. � consigliabile far cingere intorno al corpo della strega un foglietto dove sono state scritte le sette parole che Cristo pronunci� in crocee far legare intorno al collo un sacchetto. contenente sale ed altre cose benedette. Il sale migliore � quello esorcizzato nella domenica delle Palme, le erbe benedette sono pi� efficaci se avvolte assieme a cera altrettanto benedetta. Gli inquisitori sanno come questi accorgimenti, o magie per altri punti di vista, siano efficaci nel combattere la stregoneria, soprattutto conoscono i poteri miracolosi delle reliquie dei santi, di certo utilissime anche in questo tipo di processo. Non bisogna poi lesinare l'acqua santa, utile nelle aspersioni preliminari ed unica bevanda consentita all'imputato prima dell'interrogatorio, secondo la quantit� stabilita dal prudente apprezzamento del giudice. Le torture e gli inganni: Insieme a questi riti o successivamente ad essi
possono iniziare le torture propriamente dette. In un ordinamento giuridico
nel quale la confessione sia considerata prova necessaria e sufficiente
per la condanna capitale, la liceit� dei mezzi che possono indurla
diviene un elemento fondamentale. poich� nel diritto romano, nonch�
nelle prime disposizioni della Chiesa, si sosteneva l'invalidit� delle
confessioni estorte mediante tortura, al principio del XIII secolo fu
elaborato un ingegnoso sistema per aggirare le ovvie intenzioni
normative. Secondo questa formula, attribuita da alcuni a Federico II e
da altri ad Alfonso �il Saggio�, re di Aragona, l'accusato veniva
torturato fino a che non avesse confessato. Per essere legalmente
efficace tale confessione doveva essere confermata, pi� o meno
spontaneamente, dopo almeno un giorno dalla cessazione dei tormenti.
Lontano dalla camera di tortura l'imputato doveva confessare liberamente
i propri orrendi crimini. La regola descritta � formalmente rispettata
anche dal MalIeus Maleficarum: per
la legittimit� di una sentenza di condanna � necessaria la confessione
apparentemente spontanea da parte dell'imputato. |
Le spie:
Non � neppure necessario che la confessione avvenga davanti al giudice;
pu� essere che persone degne di fede riescano ad ottenere fingendo
amicizia ci� che l'inquisitore non � riuscito a realizzare con
spargimento di sangue. Parificate di fatto alla confessione sono perci�
da considerarsi, ad esempio, le ammissioni fatte ad una persona fidata
che, per zelo di fede, si sia fatta rinchiudere con la strega fingendosi
complice. Bisogna
comunque essere, prudenti: � necessario che vi sia qualcuno che, in
congruo luogo, spii queste confessioni. Cos� come � opportuno che uno
scrivano trascriva ogni singola affermazione. Altre volte la vicenda
assume effetti a dir poco strabilianti; cos� come era avvenuto �...nella
diocesi di Strasburgo vicino alla citt� di Selestat, proprio nel
castello di Konigsheim. Una strega incarcerata era stata indotta senza
tormenti ed |
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La congiura diabolica: Non sempre tuttavia si potevano ricercare prove cos� esaurienti; la confessione doveva quindi essere valutata in base all'utilit� delle rivelazioni fornite. Nel sistema giuridico fornito dal MalIeus Maleficarum la stregoneria veniva descritta non come comportamento eversivo del singolo, ma come fenomeno di associazione sovversiva. Per questo il compito dell'inquisitore era cos� difficile, lui, da solo, doveva combattere avversari capaci di ogni malefatta, ivi compresa quella di negare l'esistenza di una congiura. |
L'esperienza secolare della lotta agli eretici aveva fornito utili indicazioni in merito all'importanza del pentimento.
Per ottenere clemenza chi aveva confessato doveva collaborare col giudice, fornendo utili particolari quali � ...i danni arrecati agli uomini ed al bestiame (...}per quanti anni (la strega) abbia avuto un diavolo incubo (...) da quanto tempo abbia rinnegato la fede...�.
Oltre a questo, proprio perch� la stregoneria altro non era che un'immensa congiura diabolica, diventava inevitabile sapere chi fossero gli adepti ed ogni possibilit� di successo derivava dalle confessioni dei colpevoli. L'importanza del ruolo da essi ricoperto garantiva una qualche forma di impunit�, dal momento che � ...le streghe famose e quelle che si affidano ai medicamenti per le loro stregonerie e curano gli stregati con atti superstiziosi si debbono senz'altro salvare in modo che o soccorrano gli stregati o rivelino le streghe...�.
Tutto questo riesce in qualche modo a spiegare la progressione geometrica del numero di imputati nei processi di stregoneria che seguirono la pubblicazione del Malleus Maleficarum. Le torture del corpo e della mente, l'impiego spregiudicato di persone che, con linguaggio moderno, si sarebbero definite infiltrati e pentiti, miravano all�unico scopo di ottenere una confessione che fosse esemplare e costruttiva. Chi aveva confessato doveva dar prova del suo sincero pentimento: i crimini commessi venivano resi noti a tutti durante il rito della pubblica abiura da parte del reo, i nomi dei complici erano conosciuti soltanto dal giudice che, in tal modo, poteva continuare la sua impari guerra contro il Maligno.
Didascalie:
Fig 1 - Prigionieri dell�Inquisizione spagnola
Fig. 2 - Il corpo di una presunta strega viene punto per scoprire il marchio del diavolo. Illustrazione dell��800.
Fig. 3 - Liberazione di una strega, dipinto di J. E Millais, XIX sec.
Fig. 4 - La Strega al rogo, incisione del XVI secolo
Fig. 5 - La tortura dell�acqua
Fig. 6 - La Strega al rogo, incisione del XIX secolo
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