Le radici arabe della magia occidentale
Massimo Marra
Picatrix. Ghayat- al-hakim: "Il fine del saggio" dello Pseudo Maslama Al-Magriti
A cura di Paolo Aldo Rossi, traduzioni di Davide Arecco, Ida Li Vigni e Stefano Zuffi
Ed. Mimesis, Milano 2000 - pag. 280 - € 20,66
Già P.D. Walker, nella sua magistrale opera sulla magia (Spiritual and demonic magic from Ficino to Campanella, Warburg Institut, London 1958) nel rintracciare le fonti della magia di Marsilio Ficino citava un'opera magica mai edita (probabilmente perché considerata per secoli troppo "pericolosa") che costituisce, nella complessa storia della magia occidentale, una delle fonti manoscritte senza dubbio più influenti e diffuse per tutto il medioevo ed il rinascimento.
Più tardi, l'influenza di tale opera all'interno di un esame critico delle fonti ficiniane, veniva puntualizzata nell'opera, ormai notissima, di F.A. Yates, Giordano Bruno and the hermetic tradition, (Routledge and Kegan, London 1964, ed. it. Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza, Bari 1969).
Il Ghayat-al-hakim ("il fine del saggio", nell'originale arabo attribuito in genere al Maslama al-Magriti) era infatti arrivato, nella sua versione latina e, probabilmente, successivamente in alcune versioni volgari, nelle mani degli studiosi medievali. L'opera vede la luce probabilmente nel XII secolo in un ambiente fortemente influenzato dalla cultura ermetica sabea, irradiatasi da Harran. Non ci sono noti manoscritti latini anteriori al XV secolo, e ciò ci fa pensare che l'opera abbia iniziato ad incontrare una certa diffusione in occidente più o meno contemporaneamente al successo ed alla diffusione degli scritti ermetici.
La versione latina, come ricorda la Yates, è notevolmente più breve, ed in molti passi diversa dell'originale arabo (edito dal Rittner nel 1933 negli Studien der Bibliothek Warburg XII, 1933, e successivamente tradotto in tedesco da H. Rittner ed M. Plessner negli "Studies of the Warburg Institute", University of London, vol. 27, 1962). Purtuttavia la sua influenza risulta vastissima negli scritti di Pico Della Mirandola, di Ludovico Lazzarelli, di Cornelio Agrippa e di molti dei filosofi-maghi del rinascimento italiano. L'intera tradizione della magia astrologica e talismanica deve a quest'opera parte consistente delle proprie radici.
Vero e proprio manuale magico, ritroviamo traccia evidente della sua influenza fin nell'opera del Campanella. È infatti proprio da un celebre passo del Picatrix, che la Città del Sole prende palesemente ispirazione e spunto. Nel terzo capitolo del quarto libro del Picatrix latino, è infatti compresa la descrizione della mitica città di Adocentyn, nell'Egitto orientale, interamente costruita e governata dalla magia astrologica dei magi caldei, in cui è facile distinguere l'archetipo dell'utopia campanelliana.
Sulla base di queste considerazioni risulta strano come, consacrate a quest'opera, vi siano ben poche traduzioni in lingue moderne. Escludendo l'edizione di Rittner e Plessner citata, le uniche edizioni integrali moderne sono quella inglese di David Pingreee (Picatrix, the latin version of the Ghayat-al-Hakim, London 1986) e quella spagnola curata da M. Villegas (Picatrix, Madrid 1982). Una traduzione francese parziale era stata pubblicata da S. Matton nel 1977 (in S. Matton, La magie arabe traditionelle, Paris 1977). Fino ad oggi, l'unica esperienza di traduzione italiana parziale era stata quella a cura di V. Perrone Compagni (Picatrix Latinus, in "Medioevo" I, 1975, pp. 237-337).
Importanza ancor maggiore riveste pertanto questa prima edizione integrale italiana, curata dal prof. Paolo Aldo Rossi (docente di Storia del Pensiero scientifico all'Università di Genova) che ha coordinato e condiviso il competente lavoro di traduzione di Davide Arecco, Ida Li Vigni e Stefano Zuffi. A partire dal manoscritto magliabecchiano XX 20 della Biblioteca Centrale di Firenze, attraverso un'attenta collazione di diverse fonti manoscritte, con il costante riferimento alle precedenti esperienze di edizione critica, il lungo lavoro di traduzione dell'equipe coordinata dal prof. Rossi, rende così disponibile ad un pubblico non più solo specialistico, in una edizione di sicuro rigore filologico, uno dei testi base della grande tradizione magico-astrologica occidentale.