Gli altri di Ur
Walter Catalano
Comi - Evola. Un rapporto ai margini del fascismo
di Gigi Montonato
Congedo Editore, Galatina 2000 - pag. 160 - € 25,82
Corrispondenze con Comisso, Montale, Palazzeschi, Banfi, De Pisis, Evola, Péladan, De Gubernatis, Gromo, Mazzarelli, Schwarz
di Arturo Onofri; a cura di Marco Albertazzi e Magda Vigilante, con la collaborazione di Michele Beraldo
La Finestra, Trento 1999 - pag. 90 - € 10,33
Arioso - Orchestrine
di Arturo Onofri
La Finestra, Trento 2002 - pag. 325 - € 48,00
L'ambiente esoterico romano degli anni '20 e l'attività svoltasi intorno alle riviste Ignis, prima, e Ur e Krur, poi, facenti capo alle due figure cardinali e contrapposte di Arturo Reghini e di Julius Evola, viene indagato sempre più approfonditamente da numerosi studiosi e ricercatori che non disdegnano l'utile compito di trarre dall'oblio anche i personaggi minori di questa feconda e per troppo tempo misconosciuta stagione intellettuale.
Al recupero di un'epoca, di un'atmosfera e di uno stile remoti, contraltari sotterranei alle "follie del tabarin" care ai nostri nonni, contribuiscono egregiamente questi volumi curati da Gigi Montonato e da Marco Albertazzi. Il primo è un saggio sul rapporto fra il barone Girolamo Comi -1890/1968- poeta e membro del Gruppo di Ur (sotto il nome di Gic) ed il barone Julius Evola, i secondi due fanno parte di una articolata operazione editoriale condotta dalla piccola ma prestigiosa casa editrice trentina - La Finestra di Marco Albertazzi - che ha pubblicato, per la prima volta in modo organico, gran parte delle opere del poeta e antroposofo - anch'egli membro del Gruppo di Ur (sotto il nome di Oso) e amico di Evola - Arturo Onofri -1885/1928- (divisa in vari volumi, oltre ai due che qui recensiamo conta il Ciclo lirico della Terrestrità del sole; il Nuovo rinascimento come arte dell'Io, Le Trombe d'argento, Scritti esoterici, ecc.; a questa su Onofri si affiancano analoghe iniziative dedicate allo stesso Girolamo Comi - è stata ristampata la sua principale raccolta poetica Spirito d'armonia - e ad un altro membro del Gruppo di Ur, il pitagorico Aniceto del Massa (Sagittario) -1898/1976 - di cui sono apparse le Pagine esoteriche).
Sia Comi che Onofri sono fedeli compagni di strada di Evola, sodali del suo gruppo magico, fedeli alla linea evoliana dopo la frattura con l'ala massonica di Reghini, sebbene siano entrambi intellettualmente e dottrinalmente autonomi rispetto all'imperialismo pagano del Barone. La corrispondenza riportata nei volumi evidenzia i formalmente rispettosi ma non per questo meno fieri attacchi di Evola contro lo steinerismo di Onofri e l'incombente conversione al cattolicesimo di Comi. Le lettere raccolte nel volume curato da Albertazzi delineano inoltre le molteplici relazioni di Onofri in ambito sia letterario e poetico (Comisso, Montale, Palazzeschi, De Pisis, Gromo, ecc.), sia esoterico (oltre ad Evola, gli antroposofi Alcibiade Mazzarelli e Lina Schwarz) ed occultistico (Josephin Péladan ed Angelo De Gubernatis) testimoniando direttamente - come segnala con acutezza Albertazzi nella sua introduzione - la natura "sapienziale" della poesia di Onofri il cui scopo è
rievocare, attraverso la tecnica compositiva, quel mondo costituito da sottili "melodie rapprese in mondo", da "suoni del Gral", che la condizione terrena tenta di farci ripudiare" ; manifestare attraverso "misteriose corrispondenze" e rivelare trascendendo la funzione ordinaria del linguaggio "una lingua angelica [...] nella quale il parlare è un accordare il mondo con sé stesso.
Onofri - scomparso prematuramente la notte di Natale del 1928 - non farà in tempo, a differenza di Comi, a seguire Evola nell'avventura de "La Torre" e del "superfascismo" tradizionalista, quando la stagione più creativa e affascinante del Barone era ormai tramontata e all'idealista magico e all'imperialista pagano - ancora carichi della dinamite dadaista - stava subentrando l'alfiere del razzismo "spiritualista" e il collaboratore di Farinacci. Comi gli resterà fedele fin sulle pagine di Diorama Filosofico, inserto culturale di Regime Fascista: come precisa Montonato,
Si tratta di una chiara militanza ideologica, sia pure limitata a temi e modi riconducibili genericamente alla Tradizione e alle polemiche critico letterarie così accese in quegli anni.
Dal 1935 in poi il rapporto fra i due si offusca dopo la definitiva conversione al cattolicesimo di Comi e la sua pubblicazione nel 1937 di Aristocrazia del Cattolicesimo stroncato in toni duri e sarcastici da Evola. D quella data in poi, sebbene i rapporti personali restassero amichevoli, Comi non fa più parte del gruppo evoliano.
Come due personaggi ovidiani - commenta efficacemente Montonato - Evola e Comi finirono per essere "puniti" per la loro aristocratica fierezza e condannati a metamorfosi [...] Entrambi sfidarono le vertigini delle vette e lì in alto incontrarono la divinità castigatrice. Evola, che voleva perfino morire in piedi, fu condannato da paralisi, provocata da schegge di bomba, a vivere su una sedia a rotelle. Comi, che aspirava alle altezze dell'assoluto poetico, finì nelle bassezze di un'esistenza avvilente.
Quest'ultimo - che pure, come poeta, Albertazzi colloca in una posizione originalissima in equilibrio fra i crepuscolari, la poesia esperienziale di Daumal e del Grand Jeu e quella sufi araba e persiana - emerge invece dalla ricostruzione biografica di Montonato come il classico antieroe decadente: scapestrato in gioventù e pessimo studente; "pacifista" riformato per 'nevrastenia cerebrale' durante la Grande Guerra; tiepido fascista (il suo conterraneo Starace gli rifiuterà la tessera nel '38); tiepido esoterista prima e tiepido cattolico poi; dilapidatore del patrimonio familiare "fra salotti letterari e banchetti, un po' Mecenate e un po' Anfitrione"; finirà per sposare la sua governante e sopravvivere grazie alla generosità dei compaesani e ad un tardivo e magro vitalizio statale. Sebbene Montonato metta in relazione questa esistenza fallimentare con il destino generale delle aristocrazie del Regno delle Due Sicilie, il Comi ci ricorda piuttosto un personaggio uscito dalla arguta fantasia di un poeta del Nord: il Totò Merùmeni di Guido Gozzano,
il buono che derideva il Nietzsche [... che] sognò pel suo martirio attrici e principesse / ed oggi ha per amante la cuoca diciottenne [...] anima riarsa [che] Alterna l'indagine e la rima [... ed] esprime a poco a poco / una fiorita d'esili versi consolatori...