La gemmoterapia nella pratica clinica
Merismoterapia
Fernando Piterà - Medico Chirurgo, Docente di Omeopatia, Fitoterapia e Bioterapie, Corso di perfezionamento in medicine non convenzionali e tecniche complementari, Università di Milano
È a mezzo delle piante che noi siamo connessi alla terra: esse sono le nostre radici poiché per loro mezzo succhiamo dalla terra le proteine del nostro sangue e i fosfati delle nostre ossa. Noi pensiamo in quanto la pianta vegeta (Moleschott).
Ontano.
Definizione
La Gemmoterapia è l'ultima arrivata, in ordine di tempo, tra le varie tecniche che si sono sviluppate nel corso dei secoli per sfruttare le proprietà curative delle piante. Questa terapeutica vegetale appartiene oggi alla branca della Fitoterapia rinnovata che fa parte delle medicine bioterapiche poste a cavallo tra la fitoterapia tradizionale e l'omeopatia. Nata in Belgio (Bruxelles) ad opera del Dott. Pol Henry, questa metodica si diffuse successivamente in Francia ad opera del Dott. Max Tétau e per iniziativa dei Dott.ri O.A. Julian e Flament di Caen. Il termine ed il metodo si estesero poi rapidamente anche all'estero. Il merito spetta dunque a Henry Pol, un medico omeopata belga che ha studiato le proprietà delle gemme in modo sistematico e rigoroso, mettendo a punto una serie di rimedi detti "gemmoterapici" o "gemmoderivati". Questo metodo terapeutico naturale utilizza a scopo medicamentoso le proprietà degli estratti ottenuti da tessuti vegetali freschi ancora in via di accrescimento e quindi allo stato embrionale (Meristemi).
Nei germogli, nelle gemme, nei boccioli, nella scorza interna delle giovani radici, così come in altri tessuti embrionali di un vegetale, si ritrovano, qualunque sia l'età della pianta, le proprietà anaboliche primitive della cellula vegetale. I tessuti meristematici come tutti i tessuti embrionali sono caratterizzati da un intenso ritmo moltiplicativo cellulare e da accelerati processi anabolici atti a concorrere all'istogenesi e all'organogenesi, racchiudendo in potenza tutta l'energia vitale ed i principi attivi necessari per lo sviluppo della pianta stessa e che serviranno a formare le parti nuove del vegetale dopo il suo riposo invernale. Essi pertanto sono capaci di attivare diversi processi biologici e di apportare un valido contributo terapeutico all'organismo sofferente. Infatti, ognuna di queste parti di vegetale è particolarmente ricca di tessuti in via di accrescimento, e oltre alla presenza specifica di particolari concentrazioni in principi attivi propri di taluna specie, essi contengono acidi nucleici, aminoacidi, auxine, biostimoline, citochinine, enzimi, fitormoni, giberelline, micropolopeptidi, principi attivi, proteine, sali minerali, sostanze ormonali e vitamine in grado di interagire con il quadro proteico dei mammiferi e dell'uomo.
La Gemmoterapia è pertanto una metodica terapeutica appartenente alle Bioterapie la quale utilizza a scopo terapeutico soluzioni in prima diluizione decimale (DH 1) di macerati idrogliceroalcolici ottenuti da estratti vegetali freschi, ricchi di tessuti meristematici. I principi attivi del "gemmoterapico" vengono estratti mediante macerazione a freddo in una particolare soluzione costituita da alcol etilico a titolo appropriato + acqua + glicerina nella quale si lasciano macerare per tre settimane i singoli tessuti vegetali freschi costituiti appunto da tessuti meristematici quali: le gemme, i germogli, i giovani getti, i boccioli, i floemi, le giovani radici, gli amenti, gli amenti femminili fecondati, le giovani radici, la scorza interna di radici, la scorza di giovane ramo, la linfa, i semi, gli xilemi, o altri tessuti embrionali di vegetali in fase di crescita i quali risultano più adatti a tale scopo. Se tale definizione può essere in qualche modo esaustiva, il termine "Gemmoterapia", orami entrato nell'uso comune, non lo è altrettanto. Lo stesso scopritore del metodo, l'aveva battezzata coi termini di "Blastoterapia", "Fitoembrioterapia" e "Gemmoterapia".
Se è vero che il termine "Gemmoterapia" può essere più facile da ricordare ed esprime una nota di ecologismo terapeutico, è altrettanto vero che esso è limitativo e impreciso. I termini Blasto-terapia e Fito-embrio-terapia rendono entrambi decisamente meglio il concetto di terapia tissutale mediante tessuti embrionali, ma sia "blasto" che "embrio" sono termini generici, in quanto i tessuti embrionali ai quali farebbero riferimento, potrebbero anche essere confusi con tessuti di natura animale. Pertanto, se si vuole dare una giusta ed appropriata tassonomia a questo metodo terapeutico, il termine più semplice ed appropriato dovrebbe essere "Meristemoterapia". Infatti i tessuti vegetali che si utilizzano sono tutti di derivazione meristematica. Inoltre, il termine meristema esprime un concetto univoco, non altrimenti interpretabile se non con il tessuto embrionale di origine vegetale.
Cenni storici
Alcune specie animali quando si ammalano vanno in cerca di germogli. Gli ovini e i caprini, che sono notoriamente ghiotti di germogli, di giovani getti e della corteccia dei giovani rami, sembrano essere refrattari ad ammalare di cancro. Gli stessi meristemi apicali di alcune piante sono esenti da contaminazione e da aggressioni da parte di fitovirus che spesso infettano altre parti dello stesso vegetale. L'utilizzazione delle gemme a scopo terapeutico non è un'idea del tutto nuova. Nell'antica Medicina Ayurvedica così come nella Medicina Tradizionale Cinese le gemme, i boccioli e le radici dei vegetali trovano un posto importante nell'armamentario terapeutico più antico del nostro pianeta. Nel VII libro dell'Atharvaveda, dove sono classificati i vegetali, si trovano descritte le parti di piante medicinali usate in terapia e tra queste compaiono appunto le gemme, le foglie, i fiori, i frutti, il tronco, i rami, gli steli, la scorza, la resina e le radici.
In Occidente Galeno (II secolo) preparava l'Acopon, uno dei balsami vulnerari più stimati del suo tempo, preparato facendo macerare per tre mesi i germogli di Pioppo in olio di oliva, esponendoli al sole e agitandoli ogni giorno. Nicolas De Myrepse, medico greco medievale, rispolverò quell'idea e formulò il famoso "Unguento Populeum" che ebbe grande reputazione per diversi secoli. Anche gli alchimisti non sfuggirono al fascino e alla suggestione che nelle gemme e nelle radici potesse essere contenuta l'energia vitale del vegetale: essi infatti preparavano "l'elisir di primavera" con le gemme, mentre "l'elisir d'autunno" era composto con semi e radici. Le gemme e i germogli erano considerati la persistenza del ciclo vitale che si rinnova ad ogni primavera, mentre il perpetuarsi della pianta avveniva in autunno mediante i suoi semi. La rugiada del mattino era invece il solvente universale per facilitare e stimolare il rinnovamento metabolico dell'organismo. Il celebre Paracelso, anticipando di secoli le attuali scoperte di fitochimica, aveva già intuito le diverse proprietà e le indicazioni terapeutiche delle varie parti di una stessa pianta, asserendo:
...Ci sono forze diverse nelle gemme, nelle foglie, nei bocci, nei frutti acerbi, nei frutti maturi ... quindi si deve rivolgere la propria attenzione dal primo germoglio sopravvenuto all'ultimo, poiché così è la natura ... così vi è una maturazione per i piccoli germogli, una per le fronde, una per i fiori, una per le fibre, una per i succhi, una per le foglie, una per i frutti.
Nel secolo scorso Filatov Vladimir Petrovich, oftalmologo russo (1875-1956), lo stesso che introdusse per primo il trapianto di cornea, ideò una speciale terapia per la rigenerazione tissutale basandosi sull'introduzione nell'organismo di stimolatori biogeni ricavati da tessuti animali e vegetali, conservati o sotto forma di estratti, i quali venivano introdotti per innesto ed i loro estratti iniettati per via parenterale. Infine Pol Henry, il quale intuì che negli embrioni vegetali fossero presenti particolari principi attivi qualitativamente e quantitativamente diversi dal tessuto vegetale adulto, e che questi, potevano svolgere una precisa azione sul tracciato elettroforetico ed una specifica azione terapeutica sull'individuo. Egli fu dunque il primo a dedicarsi in modo sistematico allo studio ed alla sperimentazione dei meristemi elaborando e proponendo un nuovo metodo "fito-embrio-terapico" utilizzando i germogli delle piante anziché le parti adulte dei vegetali.
Dedicandosi allo studio e alla ricerca di nuove possibilità terapeutiche offerte dai vegetali, Pol Henry mise a punto una vasta sperimentazione condotta prima sull'animale e quindi sull'uomo. Negli anni '50 egli indirizzò la propria ricerca sullo studio delle variazioni del profilo proteico, espresse tramite l'elettroforesi, riuscendo a stabilire, per ogni tessuto embrionale vegetale esaminato, l'attività sull'uomo e la relativa risposta alla flogosi. La ricerca sperimentale si avvalse anche dello studio e delle variazioni indotte dai meristemi sui colloidi proteici del siero, di studi citologici epatici, di studi sul mielogramma, sulla risposta ottenuta dalle cellule macrofagiche, dalle cellule linfatiche e da quelle spleniche. Pol Henry valutò inoltre l'azione dei tessuti vegetali sulla coagulazione ematica mediante lo studio delle variazioni tromboelastografiche; sperimentò inoltre le modificazioni enzimatiche indotte dai gemmoterapici, elaborando così il concetto di "sindrome biologica sperimentale" con il quale intendeva tutte quelle modificazioni ottenute dai gemmoderivati sui parametri biologici o paraclinici e risultate dall'azione di un determinato germoglio o di un tessuto meristematico, valutati mediante elettroforesi delle proteine, test di flocculazione, tromboelastogramma, studi citologici ecc.
Il risultato dei suoi primi lavori apparvero negli Archives Homéopathiques de Normandie nel 1959. Da allora numerose sono state le pubblicazioni scientifiche attestanti la validità di questa metodica terapeutica. I suoi studi e la sua metodologia furono proseguiti ed approfonditi dal Prof. Netien (Facoltà di Medicina e Farmacia di Lione), da Didry, Martin, Paquelet, Ramussent e Reymond. Al Prof. Netien si deve, fra l'altro, la messa a punto di un controllo cromatografico per i diversi "gemmoderivati" e la ricerca di alcuni principi attivi presenti nei tessuti meristematici. Grande impulso alla sperimentazione e alla verifica clinica è stato dato dal contributo degli studi dei dottori M. Tétau di C. Bergeret che hanno sviluppato la cosiddetta Fitoterapia rinnovata e la Gemmoterapia clinica. A Pol Henry si deve pertanto riconoscere, per ciò che riguarda l'utilizzazione dei tessuti embrionali di piante, l'originalità del metodo e l'instancabile preciso rigore di sperimentatore biologico e clinico. Egli fu il primo a dedicarsi in modo sistematico allo studio e alla sperimentazione dei gemmoderivati e pertanto è il vero "padre" ideatore della Gemmoterapia così com'è intesa oggi. Egli è riuscito ad elaborare e proporre un metodo terapeutico fondato in primo istanza sul ragionamento analogico, trovando poi conferma nella sperimentazione farmaco-dinamica e clinica.
Vite.
Generalità
La Gemmoterapia è un metodo di cura che utilizza estratti dei tessuti vegetali freschi in via di accrescimento. Nei germogli, nelle gemme, così come in altri tessuti embrionali di un vegetale, si può sempre ritrovare, qualunque sia l'età della pianta, la proprietà di mantenere le facoltà anaboliche totali della primitiva cellula vegetale; questa proprietà anabolica embrionale è capace di sviluppare tutte le potenzialità che non si ritrovano più nella pianta adulta. Poco utilizzata sino a qualche anno fa, essa è oggi in fase di notevole diffusione anche in Italia. Semplice da usare e praticamente priva di effetti collaterali, anche in caso di uso prolungato, la Gemmoterapia è in grado di curare diverse malattie acute e croniche e di essere un valido supporto o di sinergismo ad altre metodiche terapeutiche.
Oggi l'utilizzazione di gemmoterapici si sta nuovamente diffondendo come terapeutica avente una propria individualità e come coadiuvante di terapie allopatiche, con risultati tutt'altro che trascurabili. Il motivo di questa diffusione è dovuto principalmente al fatto che i gemmoderivati non presentano tossicità intrinseca ed estrinseca, sono di facile somministrazione, consentono al medico di "drenare" il paziente prima di effettuare una cura omeopatica vera e propria, ottenendo così di detossificare l'organismo e preparare un terreno più ricettivo all'applicazione della terapia omeopatica.
I gemmoderivati possono essere utilizzati da soli o addizionati a rimedi della Fitoterapia tradizionale o ad altre terapie biologiche; possono essere prescritti, in dosi opportune, sia a bambini che a donne gravide senza effetti collaterali. La loro utilizzazione è molto pratica e veloce; infatti i gemmoterapici sono commercializzati pronti per l'uso, basta diluire in acqua il quantitativo giornaliero di gocce prescritte (elemento non trascurabile se si pensa al tempo che richiede la preparazione di una tisana da assumere più volte al giorno) e possono essere associati durante la giornata ad altri gemmoderivati. Questi estratti embrionali vegetali vengono prescritti nella prima diluizione decimale (1 DH) e realizzano un drenaggio profondo dell'organismo umano che può interessare anche il Sistema Reticolo Endoteliale (S.R.E.).
Postulati
Alla base del metodo terapeutico gemmoterapico vi sono principalmente quattro postulati:
- Poiché la vita è l'espressione della dinamica cellulare, per curare è necessario utilizzare cellule in fase di potenziale divisione che possano agire e stimolare altri tessuti cellulari.
- Poiché la vita animale dipende completamente da quella vegetale, ciò che alimenta l'essenza della vita animale può anche rigenerarla nelle sue alterazioni morfo-patologiche.
- L'albero è l'identità vegetale più potente dove l'energia vitale si esprime ogni anno con un grande rinnovamento cellulare. Tutti i suoi tessuti allo stato nascente o in via di divisione, sono i più indicati per rigenerare e curare le cellule e i tessuti umani ammalati.
- Tra le piante utilizzate ai fini terapeutici, le Betulle (Betula pubescens e verrucosa) e la Quercia (Quercus peduncolata), sono quelle che possiedono le più spiccate capacità di adattamento, di acclimatazione, di resistenza, di diffusione e di rigenerazione. Tutti i tessuti embrionali di queste piante formano la prima base della terapeutica e del drenaggio meristematico.
I meristemi
Dalle cellule embrionali (meristemi), situate all'apice della radice o nelle gemme situate all'apice o nei nodi dei fusti, originano tutte le altre cellule che formeranno le parti adulte degli organi vegetali. Per ogni situazione ambientale e per ogni fase della vita della pianta si va determinando un diverso sviluppo delle cellule di un suo particolare organo. Dapprima le giovani cellule, nate dal tessuto apicale in via di divisione cariocinetica, saranno uguali; in ogni apice vegetativo del fusto, della gemma, del ramo o della radice accade inizialmente lo stesso processo di divisione cellulare. In seguito quando la pianta ha raggiunto lo stadio adulto, il compito delle cellule cambia, cioè acquisiscono la capacità di differenziarsi: per esempio è merito delle cellule meristematiche apicali se l'accrescimento dei fusti e delle radici può, in certi alberi, raggiungere dimensioni considerevoli.
Se la capacità di una pianta ad allungarsi è una caratteristica che si osserva anche in piante assai antiche (alcune alghe fossili) la capacità di differenziazione cellulare è nella storia dell'evoluzione vegetale assai più recente. Questo fenomeno è dovuto ad una parte di cellule meristematiche che sono dette "cambiali", deputate all'aumento della parte assile del fusto, dei vasi e dei cribri. Il meristema cambiale, o "cambio", è quello strato sottilissimo interposto tra le cellule vasali (legno) e i cribri (libro). Le cellule che si sviluppano verso l'interno formeranno nuova massa legnosa, quelle che si svilupperanno verso l'esterno formeranno gli strati subcorticali che costituiscono il libro.
Per tutta la durata della vita di una pianta, le cellule meristematiche producono cellule figlie apparentemente identiche tra di loro; in seguito esse si differenziano in modo da originare gruppi cellulari adatti a diverse funzioni che sono proprie dei vegetali superiori. Si formeranno così fasci vascolari, fibre di trasporto e di sostegno, foglie, ecc. Tutti i tessuti meristematici rappresentano nella pianta la parte embrionale ancora attiva del vegetale adulto e definito. Abbiamo pertanto due distinti gruppi di tessuti:
- Tessuti embrionali meristematici (detti meristemi) che sono tipici degli stadi giovanili delle piante e caratterizzati da una notevole attività mitotica delle zone di accrescimento.
- Tessuti adulti o definitivi, tipici dello stadio adulto della pianta, i quali sono sempre originati dai meristemi.
In tutte le piante superiori i tessuti meristematici originati dalla divisione delle zigote, formano l'embrione del vegetale e, pertanto, sono chiamati embrionali. L'embrione, a sua volta, mediante germinazione, genera la plantula, nella quale si differenziano gli organi definitivi, quali la radice, il caule e la foglia. Questi organi sono costituiti in parte da tessuti adulti, in parte da tessuti giovani che sono situati nelle zone apicali (meristema apicale), sia della radice (apice radicale) che del fusto (apice vegetativo). Il meristema non si differenzia mai completamente, ma una parte di esso viene continuamente generata permettendo l'accrescimento della pianta per tutta la vita. Infatti, la coltura di mezzo millimetro di apice vegetativo dotato di una o due bozze fogliari, è sufficiente per ottenere lo sviluppo completo di una nuova pianta! Questo fenomeno, caratteristico dei soli esseri vegetali, è detto embriogenia infinita (embriogenia continuata). La Gemmoterapia utilizza pertanto, a scopo terapeutico, tessuti embrionali aventi ancora capacità riproduttive e potenziali; la Fitoterapia classica, invece, si avvale soprattutto di tessuti vegetali adulti o definitivi, costituiti da cellule che hanno ormai perso la capacità di moltiplicarsi. I tessuti meristematici più utilizzati in Gemmoterapia sono:
- Amenti (inflorescenze) = Chatons
- Boccioli = Boutons
- Gemme = Bourgeons
- Ghiande = Glands
- Giovani getti (germogli) = Jeunes pousses
- Giovani radici = Radicelles
- Linfa = Sève
- Scorza di radice (corteccia interna di radice) = Ecorce de racine
- Scorza di giovane rame (corteccia di giovane ramo) = Ecorce de tige
- Semi = Semences
Metodo e studio
Il Dott. Pol Henry iniziò questa terapeutica avvalendosi sia di studi teorici che di metodi sperimentali ed applicativi. Profondo conoscitore della botanica, egli studiò attentamente l'ontogenesi (sviluppo) e la filogenesi (distribuzione) delle svariate specie vegetali del nostro emisfero ripercorrendo le diverse ere geologiche, analizzando l'importanza che rivestono i tessuti embrionali vegetali nel consentire la diffusione delle piante nei vari ecosistemi sino ai climi più rigidi.
Per la scelta dei tessuti embrionali vegetali da sperimentare a scopo terapeutico, Pol Henry valutò accuratamente la distribuzione delle specie vegetali sul globo terrestre che dal grande freddo del Polo Nord, passano dalla tundra alla taiga, alla fascia forestale siberiana, scandinava e canadese, soffermandosi in modo particolare sulle foreste di conifere fino ai boschi di latifoglie dell'Europa mediterranea. Per ogni specie egli esaminò il comportamento dei vegetali rispetto alla composizione chimica del terreno su cui crescevano e la loro capacità di colonizzare suoli aridi e di fertilizzare terreni sterili. A ciò, egli aggiunse la valutazione delle caratteristiche di vita per specie isolate o in gruppo ed i rapporti tra specie coabitanti (fitosociologia). Queste considerazioni lo indussero a scrivere:
...la biologia sperimentale permette, attraverso uno studio preciso dell'azione degli alberi e delle piante sulle proteine dei mammiferi, di farli quadrare perfettamente con l'evoluzione del terreno e con l'idrofobia di una foresta in cui le condizioni del clima varino poco. L'evoluzione della foresta permette di associare un terreno vegetale caratteristico ad una sindrome biologica animale e così di portare più avanti una corretta informazione in vista di una terapia adeguata, dolce e profonda...
Il metodo sviluppato da Pol Henry per lo studio dei gemmoterapici si è quindi avvalso di:
- Studio Filogenetico e Ontogenetico dei vegetali
- Studio Ecologico e Fitosociologico
- Studio Analogico piante - siero umano
- Studio Analogico del protidogramma elettroforetico
- Studio Analogico dei colloidi proteici
- Studio del Mielogramma sul topo
- Studio Istologico sul midollo osseo del topo
- Studio delle turbe coagulative mediante tromboelastografia
- Studio Anatomopatologico
- Studio delle variazioni enzimatiche
- Studio mediante computerizzazione
- Sperimentazione clinica
Rosa Canina.
Tecniche di preparazione
Il metodo di preparazione dei "Gemmoderivati" è dettagliatamente descritto nella monografia "Preparazioni omeopatiche" contenuta nella Farmacopea Francese del 1965 e in successive edizioni. In essa sono dettagliatamente descritte le varie fasi del procedimento di estrazione e preparazione.
- Raccolta: i tessuti meristematici devono essere raccolti nel loro tempo balsamico; le gemme ad esempio vengono prelevate alla fine dell'inverno e all'inizio della primavera, rigorosamente fresche, possibilmente nel loro abitat naturale, lontane da fonti inquinanti ed evitando la raccolta durante condizioni climatiche o ambientali sfavorevoli che potrebbero costituire motivo di deterioramento delle piante stesse.
- Pulitura: le parti fresche appena raccolte sono sottoposte a ripulitura accurata.
- Determinazione del grado di umidità e del peso secco: un campione medio di vegetale fresco viene utilizzato per determinarne il grado di umidità (tenore in acqua della droga disidratata) ponendolo a disidratare in stufa a 105° C per un periodo di tempo sufficiente al raggiungimento di un peso costante (peso disidratato).
- Triturazione: la parte di materiale vegetale fresco che è già stata pulita e selezionata, viene sottoposta ad appropriata triturazione per agevolare l'operazione estrattiva da parte del solvente.
- Macerazione: il materiale ancora fresco, pulito e triturato, viene quindi posto a macerare per tre settimane in una soluzione di alcol a 90° e glicerolo (1:1) la cui quantità è calcolata in modo da ottenere un macerato glicerinato a 1/20, affinché il prodotto finale corrisponda a 20 volte il peso della materia prima rapportata a quella della campionatura allo stato secco. Il fine è di ottenere un prodotto costante e riproducibile sia negli effetti terapeutici che nelle percentuali di principi attivi. Il tutto viene agitato quanto basta.
- Decantazione, filtrazione e spremitura. A macerazione conclusa si decanta e quindi si filtra. Ciò che resta dopo la filtrazione viene ancora spremuto con una pressione costante di circa 10-7 Pascal (vicina a 100 bar). Si mescolano quindi il filtrato al prodotto della spremitura e si lascia riposare il tutto per altre 48 ore ed in fine si filtra nuovamente. A questo punto si è ottenuto il Macerato glicerico (M.G.) di base, dal quale, con opportuna diluizione, si otterrà il prodotto finale.
- Diluizione. Il Macerato Glicerico di base viene a questo punto diluito in proporzione di 1:10 con una nuova miscela formata da acqua-alcol-glicerina preparata a parte e composta da 50 parti di in peso di glicerina, 30 parti di alcol e 20 parti di acqua. Si ottiene così un macerato alla prima diluizione decimale hahnemanniana (1 DH) che viene definito come M.G. 1 DH. Su 100 grammi di macerato alla 1 DH devono essere presenti 0,50 g di prodotti di estrazione di gemme disidratate, ad eccezione di Buxus sempervirens e di Viscum album che essendo gli unici due derivati meristematici diluiti alla prima centesimale (1 CH) conterranno l'equivalente di 0,05 g di giovani getti disidratati. Di norma il grado alcolico raggiunto dai gemmoderivati oscilla tra i 36-38°.
- Controlli. Il prodotto finito, prima di essere messo in commercio viene sottoposto a controlli atti a verificare e stabilire l'odore, il sapore, la densità, la gradazione alcolica ed eventuali residui. Un ulteriore saggio serve ad individuare la presenza di eventuali contaminanti quali il metanolo e il 2-propanolo.
- Conservazione. I Gemmoderivati vanno infine conservati in recipienti di vetro scuro ben chiusi, al fresco e al riparo dalla luce.
- Scadenza. Tutti i Macerati Glicerinati devono essere utilizzati entro 5 anni dalla data di fabbricazione.
Castagno.
Gemmoderivati utilizzati in terapia
Nella Farmacopea Francese sono citate 47 piante officinali dalle quali sono ricavati 55 Gemmoderivati. In Italia i derivati meristematici non trovano ancora degna collocazione in fitoterapia in quanto considerati "omeopatici". Questi "orfani" della terapia sono pertanto terra di tutti e di nessuno, snobbati dai medici fitoterapeuti perché li considerano di fabbricazione "omeopatica" e mai condivisi dagli omeopati "Hahnnemanniani puri" che li reputano dei fitoterapici. Ciò nonostante la Meristemoterapia sta riscuotendo un crescente successo, testimoniato anche dal fatto che il numero di gemmoterapici presente in Italia è il più alto che in altri paesi dove questa metodica è conosciuta ed apprezzata da più tempo (Belgio, Francia, Germania).
Negli ultimi anni, infatti, grazie alla traduzione di testi francesi (M. Tétau, C. Bergeret, E. Lernout. ecc.) e a interessanti lavori di carattere clinico-medico da parte di autori italiani, la Meristemoterapia ha cominciato a diffondersi e suscitare interesse anche nell'ambito accademico-universitario. È doveroso ricordare che la Fitoterapia rinnovata (di cui la Gemmoterapia fa parte) ha avuto in questi ultimi anni un notevole impulso, soprattutto in Francia, ad opera dei Dott.ri Othon André Julian, Max Tétau, Claude Bergeret, Henri Lernout ed altri, i quali, con rigore scientifico e sperimentale hanno contribuito alla conoscenza, alla diffusione e alla divulgazione della Gemmoterapia, adattandola alle moderne necessità della medicina e proponendo i modelli clinici e del drenaggio. Lo stesso fervore si è verificato in Belgio, Germania e Gran Bretagna, dove la Fitoterapia rinnovata fa ormai parte del bagaglio terapeutico di molti medici. In Italia solo in questi ultimi anni si va dipanando l'ingiustificata ed anacronistica sufficienza verso questa metodica concepita con spirito moderno e sostenuta da una verifica fisiologica e sperimentale.
Modelli di prescrizione
Tre sono i modelli di pensiero che hanno sempre contraddistinto il metodo gemmoterapico e tre sono di conseguenza le tecniche di somministrazione: la prescrizione e l'utilizzazione dei Gemmoderivati può infatti avvenire secondo tre criteri metodologici tutti altrettanto validi ai fini terapeutici. Si distinguono le seguenti metodologie prescrittive:
- Prescrizione analogica
- Prescrizione clinica
- Prescrizione drenante
Modello biologico-analogico
Già preconizzato dallo stesso Pol Henry, tiene conto di un parallelismo esistente tra:
- l'evoluzione delle foreste;
- le modificazioni del suolo che esse determinano;
- le corrispondenze esistenti tra le alterazioni del "terreno" umano evidenziate dallo studio dell'elettroforesi delle proteine.
Poiché il mondo vivente è dominio incontrastato delle proteine, alle quali è affidato il compito di mantenere integra la specie e di trasmettere i fattori ereditari, ad esse e alle loro variazioni patologiche, corrispondono altrettante ed analoghe variazioni vegetali e di terreno. Nell'evoluzione della vita sulla Terra, le piante hanno svolto un importantissimo ruolo di organizzazione del terreno verso forme di vita sempre più complesse e organizzate. Nel mondo animale e in particolare tra i mammiferi, lo stato di salute e di benessere è affidato principalmente a precisi rapporti qualitativi e quantitativi di proteine presenti nell'organismo. I tessuti vegetali, ed in particolare quelli meristematici, hanno la capacità di mantenere in equilibrio o di riordinare gli squilibri proteici nell'organismo in modo che questo possa riorganizzarsi e mantenersi in buona salute. Le piante diventano così l'anello di congiunzione tra mondo vegetale e animale, tra salute e malattia. Se si studia l'azione delle piante sulle componenti essenziali delle proteine del siero umano, si può meglio comprendere l'anello di connessione che esiste tra i due sistemi biologici, così diversi ma così intimamente collegati, e si resta colpiti e affascinati dal parallelismo esistente tra l'evoluzione delle foreste e l'evoluzione del materiale proteico nella specie umana.
Nella storia evolutiva dei vegetali superiori, vediamo infatti che la Betula è il colonizzatore per eccellenza di suoli incolti che condiziona l'humus. L'Ontano predilige, invece, modificandoli, i terreni umidi; segue il Nocciolo il quale migliora, alcalinizzandoli, i suoli acidificati, crescendo ai confini tra l'Ontaneto e il Querceto. La Quercia, albero della foresta mista, forma foreste ai bordi delle zone alluvionali, favorendo un sottostrato per la protezione dal sole. Seguono poi l'Olmo ed il Tiglio, sempre più esigenti riguardo la natura del suolo, i quali giunsero più tardi per acidificare il terreno. Per ultimi il Faggio e l'Abete atti a preparare il terreno ai Rovi ed alle piante spinose in genere. La fine della foresta è rappresentata quindi dal Lampone, dal Rovo e dall'Erica. Mediante studi comparativi, è stata confermata una sorprendete analogia: le piante che formano più humus (Betula e Olmo) "assomigliano", nella loro azione, alle alfa-globuline umane, il cui aumento (evidenziato con l'elettroforesi) caratterizza lo stato infiammatorio ed ogni aggressione acuta dell'organismo; altri alberi come il Tiglio e il Castagno assomigliano invece alle globuline e sono legate alla reazione fisica dell'organismo. Il Lampone, il Rovo e l'Erica, così come segnano la fine della foresta, rappresentano i tassi variabili di globuline del sangue, rappresentando il segno di degradazione e della degenerazione tissurale, che avviene a seguito della fissazione di proteine degradate nei tessuti (flogosi cronica, fibrinosi, degenerazione amiloide).
È come se esistesse tra humus (parte vivente del terreno) e tessuto meristematico (parte vivente della pianta) una precisa corrispondenza analogica a tal punto che è possibile riscontrare in anticipo, a seconda dell'ecologia e della fito-sociologia di una pianta, il posto che essa occupa nella gamma delle proteine plasmatiche del mammifero. Allo stesso modo è come se l'essere vivente conservasse nel suo siero sanguigno e nelle proteine in esso contenute, l'"impronta" dell'humus che ha cresciuto la pianta corrispondente. Il modello biologico-analogico tiene dunque conto, ai fini della prescrizione, delle interferenze tra le piante che vivono in uno stesso ambiente, le modificazioni del suolo da esse indotte, la loro capacità di modificare il tracciato elettroforetico secondo un insieme di modalità che tiene conto soprattutto delle caratteristiche comuni tra le piante diverse accomunate dall'ambiente in cui crescono e dalla simbiosi dei vegetali di strati differenti. In altre parole, la terapia e le associazioni terapeutiche ottenute da parti di alberi ed arbusti dovrebbe appartenere ad un unico ecosistema e non si dovrebbero mai associare o alternare piante che crescono in ambienti (biomi) completamente differenti.
La mescolanza di piante che vivono su terreni diversi e tra loro indipendenti è un'eresia terapeutica (Pol Henry).
Il Dott. Pol Henry consiglia inoltre l'utilizzazione dei gemmoterapici basandosi soprattutto sulla realizzazione e comparazione di test di laboratorio che consentono di individuare le alterazioni delle proteine ematiche. Altri medici che hanno lavorato più approfonditamente con tale metodologia sono stati i Dott.ri Martin, Paquelet e Reymond. Per la prescrizione analogica è dunque necessaria una conoscenza di base dell'interazione tra la fitosociologia, le modificazioni del terreno indotte dalle diversi specie di alberi e arbusti ed il rapporto analogico esistente tra le modificazioni patologiche delle proteine dell'uomo provocate da vari stati morbosi che sono espresse sul protidogramma. È infatti stata dimostrata l'esistenza di un parallelismo tra l'evoluzione della foresta, l'elaborazione dell'humus e le modificazioni del l'elettroforesi provocate da rimedi meristematici.
A titolo di esempio: i rimedi meristematici che agiscono sulla prima fase essudativa della flogosi sono, tra gli alberi: l'Alnus glutinosa (Ontano nero), la Betula pubescens (Betulla pelosa), il Populus nigra (Pioppo nero), il Fraxinus excelsior (Frassino) e l'Ulmus campestris (Olmo); mentre tra gli arbusti i più attivi in questa stessa fase della flogosi troviamo: il Cornus sanguinea (Sanguinella)), la Rosa canina (Rosa canina) e il Ribes nigrum (Ribes nero). Quando l'infiammazione tende invece alla cronicità, gli alberi e gli arbusti pionieri della foresta non possiedono più alcuna azione sulla prima fase della flogosi essudativa; saranno allora indicate quelle piante che crescono e vivono su di un humus più elaborato come: la Betula verrucosa (Betulla bianca), la Juglans regia (Noce), il Fagus sylvatica (Faggio), ecc. Se il processo flogistico si è ormai organizzato nei tessuti alterandone la struttura proteica, saranno gli arbusti e le piante dei terreni degradati ad avere più attività terapeutica in tal senso. Così l'ultima fase dello stato infiammatorio che corrisponde alla degenerazione fibrinoide delle proteine, alla ialinizzazione sino alla amiloidosi d'organo, avremo una maggior attività terapeutica da parte del Rubus fructicosus (Rovo), del Corylus avellana (Nocciolo) e della Calluna vulgaris (Erica).
Questo meccanismo di analogia tra le modificazioni del suolo della foresta da parte della flora medicinale e le corrispondenti alterazioni del tracciato elettroforetico umano da parte di quadri morbosi, è stato sperimentato e verificato mediante lo studio delle modificazioni che gli stessi tessuti meristematici possono indurre sul tracciato elettroforetico.
Modello clinico
la prescrizione clinica è senza dubbio la più semplice e di più immediata utilizzazione. Forte impulso a questo tipo di prescrizione si deve alla scuola francese che ha sperimentato, dal punto di vista clinico, l'azione terapeutica dei gemmoderivati (Max Tétau, Claude Bergeret, O. André Julian, Henry Lernout). Particolare attenzione è stata rivolta allo studio della composizione dei tessuti meristematici da parte dei Professori Netien e Combet, i quali hanno messo in evidenza la presenza di numerosi fattori di crescita (giberelline) nei gemmoderivati. Ogni gemmoderivato possiede infatti specifiche indicazioni terapeutiche e manifesta un particolare tropismo per determinati organi o apparati (organospecificità) e può pertanto essere prescritto secondo un criterio eminentemente clinico, in funzione della patologia. Una volta nota la diagnosi di malattia, è facile, qualora ne sussista l'indicazione, prescrivere il gemmoterapico più idoneo a curarla. Il modello clinico ovviamente si avvale anche dei test biologici che sono atti a completare l'osservazione clinica, o necessari nei casi in cui le affezioni patologiche sono contraddistinte da fenomeni infiammatori. La somministrazione del gemmoderivato, in questo modello di prescrizione, tiene dunque conto soprattutto del quadro clinico del paziente, senza soffermarsi su quanto detto al punto 1) - Il metodo clinico è pertanto eminentemente allopatico e più facile da utilizzare per il medico "tradizionale". Questo metodo prescrittivo è il più diffuso ed anche il più semplice; così ad esempio nelle allergie si prescriverà il Ribes nigrum (Ribes nero), perché le gemme di questo arbusto possiedono un'azione antiflogistica ad azione cortisone-simile (senza averne gli effetti collaterali); nell'insonnia o negli stati di irrequietezza, si prescriverà la Tilia tomentosa (Tiglio): in una sindrome clinica contraddistinta da iper-gamma-globulinemia si dovrà somministrare il Cornus sanguinea (Sanguinello), la Juglans regia (Noce) e Juniperus communis (Ginepro) ecc. In questo tipo di prescrizione il terapeuta può avvalersi anche di dati strumentali o paraclinici come l'elettroforesi delle proteine per individuare il rimedio più adatto da somministrare.
Modello del drenaggio
Il drenaggio, in bioterapia, è una tecnica terapeutica che ha come fine quello di indurre una lieve stimolazione degli organi emuntori permettendo o facilitando il fenomeno di eliminazione e "disintossicazione" messo in atto dall'organismo mediante l'utilizzazione di una sostanza biotica o di un rimedio naturale atto a facilitare tale compito. Il rimedio drenante, opportunamente prescritto in posologia adeguata allo scopo, grazie all'affinità che possiede con gli organi emuntori del corpo umano, permette di convogliare, in senso centrifugo, le scorie metaboliche (cataboliche, tossiche, ecc.) dell'organismo e di provvedere alla loro eliminazione verso l'esterno con il coinvolgimento di organi emuntori quali fegato, rene, intestino, polmoni, pelle ed i liquidi organici (linfa e sangue). Il metodo del "drenaggio" fu utilizzato per la prima volta dal medico svizzero A. Nebel. In seguito le sue ricerche vennero riprese dai Dott.ri Léon Vannier e Rouy. La tecnica del drenaggio utilizzava all'inizio, Tinture Madri o basse diluizioni decimali di sostanze vegetali ottenute sempre mediante Tintura Madre di base. In seguito all'avvento della Gemmoterapia, questo metodo arricchì il proprio bagaglio terapeutico con l'utilizzazione di derivati meristematici. Poiché ciascuna gemma e ciascun tessuto meristematico possiede precise affinità nei confronti di organi o apparati del corpo umano, è possibile prescriverli secondo precise indicazioni organotropiche e stabilire un dettagliato repertorio clinico che qualsiasi medico può, una volta posta la diagnosi, utilizzare in maniera molto semplice e soddisfacente. Solitamente dopo un adeguato drenaggio, si passa alla prescrizione del rimedio omeopatico scelto in base alla totalità dei sintomi del paziente secondo le leggi della similitudine omeopatica. Questi tre metodi terapeutici non sono percorsi contrastanti o paralleli tra loro; seppur distinti, essi sono nello stesso tempo sinergici e complementari, poiché al di là della "forma mentis" o del modello prescrittivo prescelto, questi realizzano un tipo di terapia capace di agire talvolta più profondamente della Fitoterapia classica e di stimolare diversi spazi biologici. La prescrizione drenante consiste dunque nel somministrare rimedi biologici atti a favorire l'escrezione di metaboliti e cataboliti anomali che si sono cumulati in diversi livelli degli spazi biologici. A titolo di esempio vale la pena ricordare il test di Halpern che permette di valutare l'attività granulopoietica delle gemme di Betula pubescens (Betulla pelosa) sul Sistema Reticolo Endoteliale (SRE). Questo sistema è infatti in grado di "fagocitare" e neutralizzare sostanze che sono estranee all'organismo e le eventuali tossine che si accumulano nel nostro organismo; le gemme di Betulla hanno dimostrato, confronto a placebo, di stimolare nettamente questa proprietà. Il drenaggio biologico è pertanto una particolare metodica terapeutica che si avvale di medicamenti fito-gemmo-terapici, i quali si sono dimostrati capaci di sollecitare l'eliminazione di tossine o di residui catabolici dall'organismo ripristinando l'omeostasi interna. In questo modo la Gemmoterapia, grazie all'apporto di biostimoline vegetali è particolarmente attiva non solo nei confronti di determinati organi, ma è capace di stimolare il Sistema Reticolo-Endoteliale; essa ha pertanto un campo di azione terapeutica che in talune patologie è più profondo ed esteso della Fitoterapia tradizionale.
Nocciolo.
Indicazioni cliniche
Per ovvi motivi di spazio redazionale, riportiamo qui di seguito solo alcune tra le indicazioni cliniche più frequenti dei principali gemmoterapici che posso essere così riassunte:
Affezioni generali
Betula pubescens gemme (Betulla): la gemma di Betulla agisce come drenante generale Stimolando il Sistema Reticolo Endoteliale (SRE). Ha proprietà toniche generali e aumenta le difese dell'organismo. Utile per l'astenia fisica e psichica.
Quercus peduncolata gemme, radici secondarie o ghiande (Quercia): l'azione di questo Gemmoderivato è simile e complementare a quella di Betula Pubescens. È indicato come antiastenico e rivitalizzante per la sua azione stimolante a livello surrenalico.
Affezioni polmonari
Carpinus betulus gemme (Carpino): l'organospecificità della gemma del Carpino è elettivamente diretta al rino-faringe, alla trachea e alle mucose respiratorie. Ha un'azione antinfiammatoria, anticatarrale, sedativa della tosse e cicatrizzante delle mucose affette da processi flogistici e riduce gli spasmi delle prime vie respiratorie. Trova indicazione nelle rino-faringiti croniche e spasmodiche, nelle tracheiti e nelle tracheobronchiti.
Corylus avellana gemme (Nocciolo): la gemma di Nocciolo è utilizzata per la sua proprietà antisclerosante capace di restaurare l'elasticità del tessuto polmonare. L'indicazione principale è rivolta alla cura dell'enfisema e della sclerosi polmonare. Trova anche indicazione in alcuni casi di insufficienza della cellula epatica e di compromissione sclerofibrotica del fegato, inibendo i processi di sclerosi.
Viburnum lantana gemme (Viburno): esercita un'azione specifica di modulazione e regolazione neurovegetativa polmonare. È indicato per sedare il tono bronchiale e inibire lo spasmo bronchiale. Pertanto questo Gemmoterapico aiuta a ristabilire la funzionalità respiratoria e trova indicazione nelle forme asmatiche ad eziologia diversa, nelle bronchiti asmatiche e in tutte le sindromi dispnoiche-asmatiformi.
Affezioni dell'apparatio cardiovascolare e sanguigno
Turbe cardiache
Crataegus oxyacantha gemme (Biancospino): rallenta e regolarizza il ritmo cardiaco. Tonifica il miocardio, più particolarmente il cuore sinistro. Esercita un'azione sedativa nelle algie precordiali e trova indicazioni nell'insufficienza cardiaca e nei sintomi associati, negli spasmi coronarici, nell'angina pectoris, nella tachicardia, nell'extrasistolia e nelle aritmie minori.
Syringa vulgaris gemme (Lilla): dilatatore delle arterie coronariche da prescrivere nell'angina pectoris, nell'insufficienza coronarica e nei casi di miocardio-angiosclerosi.
Zea mais radici secondarie (Granoturco): favorisce la cicatrizzazione post-infartuale del tessuto cardiaco e riduce il tasso delle transaminasi. È indicato nella fase di recupero e negli esiti d'infarto del miocardio.
Turbe della circolazione arteriosa
Cercis syliquastrum gemme (Albero di Giuda): rimedio con proprietà antitrombofiliche è il gemmoterapico di elezione nelle arteriopatie periferiche a tendenza trombotica, nell'arterite giovanile o morbo di Buerger, nelle vasculiti, nella trombosi retinica e in casi di aterosclerosi a tendenza trombotica.
Ginkgo biloba giovani getti (Ginkgo, Salisburia) indicato nelle malattie vascolari con lesioni degenerative e alterazioni endoteliali, negli attacchi ischemici transitori, nelle turbe vascolari periferiche con alterazioni endoteliali, nell'arteriopatia diabetica, insufficienza arteriosa e venosa periferica.
Olea europaea gemme (Olivo): le gemme di Olivo hanno proprietà ipotensive, ipocolesterolemizzante e anti-ateriosclerotica. Le principali indicazioni per l'apparato vascolare sono l'arteriosclerosi e l'ipertensione arteriosa.
Populus nigra gemme (Pioppo): ha proprietà antitrombofilica e antispasmodica; agisce sul sistema arterioso degli arti inferiori e ne abolisce lo spasmo. Favorisce lo stabilirsi di una circolazione collaterale e combatte i disturbi trofici associati. Indicato nella claudicatio intermittens.
Prunus amygalus gemme (Mandorlo): è un complementare di Olea di cui accentua l'azione ipotensiva ed antisclerosante. Presenta le stesse proprietà ipocolesterolemizzanti e antiipertensive ma possiede anche un'attività antitrombofilica.
Viscum album giovani getti (Vischio): per le sue proprietà ipotensive, simpaticolitiche, parasimpaticomimetiche, sedative e antispasmodiche, il vischio è indicato nell'ipertensione arteriosa, nelle vasculopatie cerebrali da sclerosi cerebrale e nella sindrome delle gambe senza riposo ("restless legs disease").
Turbe della circolazione venosa
Aesculus hippocastanum gemme (Ippocastano): rimedio flebotonico che manifesta uno spiccato tropismo per i vasi venosi ed in particolare per il plesso venoso emorroidario. È indicato in caso di crisi emorroidaria, nella stasi da insufficienza venosa in genere, nelle flebopatie, nell'edema venoso, tromboflebite, ulcera varicosa e fragilità capillare.
Castanea vesca gemme (Castagno): drenante elettivo per i vasi linfatici, la gemma di Castagno è indicata negli edemi e nella stasi di origine linfatica, negli edemi da insufficienza venosa degli arti inferiori e nella cellulite. L'associazione con Sorbus domestica permette un sinergismo ottimale nel trattamento delle manifestazioni da insufficienza venoso-linfatica degli arti inferiori.
Sorbus domestica gemme (Sorbo): grande regolatore della circolazione del sistema venoso di cui riduce i fenomeni congestizi. Tonifica le pareti venose in caso di insufficienza venosa e linfatica degli arti inferiori. È indicato nei disturbi circolatori della menopausa (vampate di calore, cefalea, parestesia, acufeni), edemi degli arti inferiori, nelle sequele delle flebiti nei casi di varici e di "terreno" varicoso o di gambe pesanti.
Turbe della coagulazione
Quattro Gemmoterapici agiscono per diminuire la coagulazione del sangue, e possono essere prescritti in funzione di alcuni parametri di laboratorio.
Citrus limonum scorza interna di giovane ramo (Limone): possiede attività anticoagulante quando c'è un aumento del tasso di fibrinogeno sanguineo (iperfibrinogenemia). Può pertanto essere prescritto in casi di tendenza alla trombosi, nelle tromboflebiti, negli attacchi ischemici transitori (T.I.A.) e nell'uso della pillola anticoncezionale. L'associazione con Cornus sanguinea e Prunus amygdalus riduce il rischio di trombosi grazie alla normalizzazione di alcuni fattori della coagulazione e del sinergismo d'azione.
Cornus sanguinea gemme (Sanguinello): è un anticoagulante e antitrombotico da prescrivere soprattutto quando il test di resistenza all'eparina è aumentato. È indicato negli stati trombotici acuti, nella prevenzione dell'infarto miocardico perché previene la formazione di microtrombi.
Ginkgo biloba gemme: il Gemmoderivato di quest'albero preistorico è particolarmente attivo nelle turbe della aggregazione piastrinica a tendenza trombotica, nelle malattie vascolari con lesioni degenerative endoteliali. Da prescrivere negli attacchi ischemici cerebrali e nelle turbe vascolari periferiche.
Prunus amygdalus scorza di radice (Mandorlo): gemmoterapico ad attività antitrombofilica è maggiormente indicato quando c'è un aumento del tasso di protrombina con rischio di trombosi.
Olivo.
Turbe della formula ematica
Carpinus betulus gemme (Carpine): P. Henry considera questo gemmoderivato uno stimolatore della produzione di piastrine. È il rimedio delle trombocitopenie acquisite o secondarie in virtù della sua capacità di stimolare la linea megacariocitaria provocando un aumento quantitativo delle piastrine. La sua prescrizione riesce ad accorciare i tempi di sanguinamento. Con Cornus sanguinea può essere impiegato nelle emorragie da anticoagulanti.
Tamarix gallica gemme (Tamerice): agisce sulla linea rossa stimolando probabilmente nel midollo osseo e nella milza la formazione di emazie e piastrine. Rimedio appropriato nelle anemie ipocromiche e nelle piastrinopenie. Indicato nell'anemia e piastrinopenia di origine virale (epatite, parotite, mononucleosi infettiva, rosolia).
Vitis vinifera gemme (Vite): regolarizza la linea cellulare bianca e deve essere prescritto quando vi è leucocitosi o più particolarmente in caso di linfocitosi.
Affezioni dell'apparato digestivo
Turbe epatiche e biliari
Acer campestre gemme (Acero campestre): le gemme di Acero sono indicate nella discinesia delle vie biliari con tendenza alla formazione di sabbia e microcalcoli biliari.
Corylus avellana gemme (Nocciolo): è indicato nei casi di insufficienza epatica conclamata ad andamento sclerosante come nei casi di cirrosi ed epatopatie con sclerosi del parenchima epatico. Può essere prescritto nella cirrosi alcolica non ascitica e nei postumi di epatite a carattere non aggressivo.
Fraxinus excelsior gemme (Frassino): rimedio metabolico, antiuricemico, contrasta le turbe del catabolismo delle nucleoproteine. Possiede attività diuretica, uricosurica e antiflogistica a livello della parete della colecisti. È indicato come drenante biliare e renale nella gotta, nella colelitiasi e nella discinesia biliare. È utilizzato nella cura del fango biliare e della colelitiasi in associazione ad Acer campestris (Acero) e Opuntia Ficus Indica (Fico d'India).
Juniperus communis giovani germogli (Ginepro): i giovani getti del Ginepro costituiscono un buon drenaggio epatorenale ma agiscono anche nell'insufficienza epatica grave con test di laboratorio molto alterati. Juniperus è il medicamento del fegato in stato di scompenso: insufficienza epatica conclamata, itteri, epatopatie croniche, epatopatie da farmaci, cirrosi, autointossicazione cronica, ecc. Il gemmoterapico è inoltre indicato nell'aerofagia, nel meteorismo e sembra esercitare un'azione regolatrice sul sistema neurovegetativo digestivo.
Opuntia ficus indica linfa di pala (Fico d'India) la linfa ottenuta da spremitura delle foglie carnose del Fico d'India è un buon drenante biliare e renale. Trova indicazione nei casi di fango biliare e di infiammazione della parete della colecisti. La sua azione in questo caso è potenziata da Acer campestre (Acero) e Fraxinus excelsior (Frassino).
Rosmarinus officinalis giovani getti (Rosmarino): rimedio della piccola insufficienza epatica, possiede azione epatotropa, eucinetica e antispasmodica sulla colecisti e sulle vie biliari. La sua azione è potenziata da Acer campestre (Acero) e Fraxinus excelsior (Frassino). È un eccellente colagogo e coleretico che regolarizza la motilità della colecisti e possiede azione epatotropa. Indicato nella leggera insufficienza epatica, nelle discinesie delle vie biliari da iper o ipotonia, nella litiasi biliare, nelle coliche epatiche, nelle colecistiti croniche e nella piccola insufficienza epatica.
Secale cereale giovani radici (Segala): gemmoterapico utilizzato per le proprietà di protezione e rigenerazione della cellula epatica: permette di ridurre i valori elevati delle transaminasi epatiche in casi di epatite acuta e subacuta favorendo la "restitutio ad integrum" del parenchima epatico. Può essere prescritto anche nell'epatite cronica persistente con persistente aumento dei valori delle transaminasi e nel Morbo di Gilbert (iperbilirubinemia familiare).
Turbe gastroduodenali
Ficus carica gemme (Fico): ha un tropismo elettivo per stomaco e duodeno. Normalizza la secrezione del succo gastrico ed esercita un'azione cicatrizzante sulle mucose. Agisce sulle distonie neurovegetative regolarizzando motilità e secrezione gastroduodenale. Indicato nella disfagia esofagea, nelle gastroduodeniti e ulcere gastroduodenali, nelle turbe dispeptiche funzionali gastro-duodeno-coliche, nel meteorismo, aerofagia e nel colon irritabile.
Turbe intestinali
Ficus carica giovani radici (Fico): le radichette di Fico, pur avendo un tropismo simile a quello delle gemme sono più indicate per ristabilire una fisiologica peristalsi intestinale. Agiscono sull'interfaccia epiteliale dell'intestino regolarizzando il rapporto che si instaura tra la flora batterica intestinale e le pareti intestinali. Sono indicate nella costipazione da inerzia intestinale con tendenza a formare fecalomi e nella stitichezza ostinata da turbe neurovegetative. Favoriscono il ristabilirsi di un equilibrato rapporto tra funzioni percettive e di funzionalità motoria viscerale. Negli stati distonici del colon è utile l'associazione con Vaccinium vitis idaea.
Vaccinum vitis idaea gemme (Mirtillo rosso): ottimo regolarizzante della funzionalità intestinale deve essere prescritto ogni volta che il transito intestinale è perturbato in senso "iper" (per le sindromi diarroiche) e in senso "ipo" (nella costipazione), dopo aver escluso un'eventuale eziologia organica di questi disturbi. Rimedio del colon irritabile, del meteorismo e delle alterazioni dell'alvo.
Turbe pancreatiche
Juglans regia gemme (Noce): le gemme del Noce sono indicate nelle pancreatopa-tie croniche, nei postumi di pancreatiti e nell'insufficienza pancreatica funzionale. Da prescrivere quando i valori delle amilasi pancreatiche sono elevate in assenza di sintomatologia o dati strumentali negativi (ecografia negativa per lesioni pancreatiche). È inoltre un medicamento indicato nelle sindromi da malassorbimento causato da insufficienza pancreatica funzionale (flatulenza, meteorismo postprandiale, etc.), nei disturbi della glicoregolazione con iperglicemia.
Morus nigra gemme (Gelso nero): ha un particolare organotropismo per il pancreas ed è indicato nelle turbe del metabolismo glucidico in quanto possiede azione blanda azione ipoglicemizzante.
Poterium ancistroides giovani getti: le parti aeree di questa pianta sono da lungo tempo utilizzate in Spagna (Alicante) come cura popolare del diabete mellito florido. La moderna ricerca ha permesso di isolare dalle parti aeree di questa pianta il triterpene acido tormentico che ha dimostrato di possedere attività ipoglicemizzante in esperimenti su animali anche a confronto con glibenclamide (effetti del tutto simili). Il potere ipoglicemizzante di Poterium ancistroides è del tutto simile a quello già noto di Poterium spinosum di cui invece si usa la radice principale che contiene lo stesso principio attivo.
Affezioni osteoarticolari
Decalcificazione
Abies pectinata gemme (Abete): eccellente rimineralizzante, il gemmoderivato favorisce la fissazione di calcio nelle ossa, stimola l'accrescimento staturo-ponderale e la produzione di globuli rossi. È indicato soprattutto nei bambini, nelle decalcificazioni ossee, nel rachitismo, nelle carie dentarie, nelle ipertrofie dei gangli linfatici. Produce anche risultati interessanti nella piorrea alveolo-dentale, nell'osteoporosi e nella consolidazione delle fratture ossee.
Gotta
Fraxinus excelsior gemme (Frassino): rimedio metabolico, possiede attività diuretica, uricosurica, ipocolesterolemizzante e regolarizzante l'iperuricemia. Indicato nella diatesi gottosa con manifestazioni acute e nella gotta cronica.
Betula pubescens giovani radici (Betulla pelosa): le giovani radici di Betulla favoriscono, mediante l'aumento della diuresi, la diminuzione dei valori di cloruri, urea, acido urico, creatinina e albumina. Sono pertanto da considerare un diuretico azoturico, uricosurico e declorurante.
Betula verrucosa linfa (Betulla bianca): la linfa di Betulla, ricca di betulina, è dotata di proprietà diuretiche e depurative, atte ad eliminare acidi urici e urea. Può pertanto prevenire e correggere gli stati iniziali di iperuricemia e ridurre la sintomatologia in casi di attacchi acuti di gotta.
Artrite
Actinidia chinensis gemme (Kiwi): le gemme di Kiwi si sono dimostrate un ottimo rimedio nelle artralgie e nelle flogosi articolari con presenza di turbe immunologiche ed anticorpali come nell'artrite reumatoide e nelle connettiviti autoimmuni. La sua azione è potenziata dal Ribes nigrum (Ribes nero) e da Ampelopsis veitchii (Vite canadese).
Ampelopsis veitchii giovani getti (Vite giapponese): ha proprietà antiflogistiche per le articolazioni e il tessuto periarticolare. Trova indicazione in casi di artrite reumatoide, artrosi degenerativa, sindromi infiammatorie a localizzazione articolare e periarticolare molto dolorose e rapidamente evolutive e deformanti.
Ribes nigrum gemme (Ribes nero): antinfiammatorio per eccellenza è indicato in tutte le manifestazioni flogistiche, specialmente con valori elevati della Velocità di Sedimentazione (VES).
Vitis vinifera gemme (Vite): in Gemmoterapia la Vite è utilizzata nei processi flogistici recidivanti a livello articolare, soprattutto delle piccole articolazioni e nell'artrite deformante.
Artrosi
Ampelopsis veitchii giovani getti (Vite giapponese): ha proprietà antiflogistiche per le articolazioni e il tessuto periarticolare. È indicata in casi di artrite reumatoide, artrosi degenerativa, spondilite anchilosante, periartrite scapolo omerale, morbo di Dupuytren e aderenze post-infiammatorie.
Betula verrucosa linfa (Betulla bianca): la linfa di Betulla ha proprietà drenanti e antiartrosiche. Trova indicazione nelle forme degenerative dell'apparato osteoarticolare e nell'iperuricemia.
Pinus montana gemme (Pino): le gemme di Pino rallentano la degenerazione cartilaginea, riducono il dolore artrosico e stimolano i processi riparativi osteoarticolari. Sono indicate nelle artralgie e varie forme e localizzazioni artrosiche, nell'artrosi della colonna vertebrale, nella coxoatrosi e nell'artrosi del ginocchio. Sono inoltre utili nell'osteoporosi post-menopausa e senile, nella prevenzione o cura delle fratture ossee.
Ribes nigrum gemme (Ribes nero): utilizzato in reumatologia e nelle forme atrosiche per il suo alto potere antinfiammatorio in associazione ad altri gemmoterapici.
Rubus fructicosus giovani getti (Rovo): in Gemmoterapia i giovani germogli di Rovo, per la loro azione osteoblastica e antisclerosante, sono utilizzati per l'apparato locomotore in casi di artrosi e osteoporosi.
Salix alba scorza di giovane ramo (Salice): gemmoterapico più indicato nelle forme reumatiche e muscolari. Nelle manifestazioni artrosiche è utile l'associazione con Pinus e Ampelopsis.
Vitis vinifera gemme (Vite): in Gemmoterapia la Vite è utilizzata nei processi flogistici recidivanti a livello articolare, nell'artrosi è in grado di opporsi alla formazione di osteofiti rallentandone il processo di produzione. Una classica triade associativa antiartrosica è costituita da Pinus montana + Ribes nigrum + Vitis vinifera.
Reumatismo
Il reumatismo necessita la somministrazione di tre gemme specifiche, da prescrivere per ordine di gravità crescente.
Ampelopsis veitchii gemme (Vite giapponese): si prescrive nel reumatismo iperalgico flogosato, rapidamente evolutivo ed altamente deformante, così come nella P.C.E. e nella Periartrite scapolo-omerale.
Pinus montana gemme (Pino): indicato nei reumatismi cronici non infiammatori, qualunque ne sia la localizzazione: artrosi vertebrale, gonartrosi, coxartrosi, ecc. È utile associarlo con linfa di Betulla 1 DH da prescrivere la mattina a digiuno in un gran bicchiere d'acqua.
Vitis vinifera gemme (Vite): trova le sue indicazioni nelle sequele del reumatismo articolare acuto con alti valori della VES e Titolo antistreptolisinico elevato (TASL). Da utilizzare nel reumatismo deformante molto doloroso.
Affezioni genitali
Alnus incana gemme (Ontano bianco): indicato nella mastopatia fibrocistica e nel fibroma uterino per il suo spiccato organotropismo nei confronti dell'apparato genitale femminile dove domina i processi di sclerosi d'organo.
Ilex aquifolium giovani getti (Agrifoglio): trova indicazione nella fibroadenosi mammaria o mastopatia fibrocistica: complementare e sinergico di Alnus incana.
Rubus idaeus giovani getti (Lampone): indicato nelle turbe premestruali (tensione mammaria, irritabilità, ecc.), dismenorrea, iperfollicolinismo e ovaio micropolicistico. Esercita un'azione inibitrice sul lobo anteriore dell'ipofisi, regolarizza la secrezione ovarica e possiede azione antispasmodica a livello dell'utero. È indicato nelle disendocrinie della pubertà e della menopausa, sindromi iperfollicoliniche, dismenorree, nel fibroma uterino e nella mastopatia fibrocistica in alternanza o in associazione ad Alnus incana e Ilex aquifolium.
Rubus fructicosus giovani getti (Rovo): indicato nel fibroma uterino per la sua azione antisclerosante. Sensibilizza l'utero all'azione di gemmoterapici c sinergici in questo tipo di azione quali Alnus incana e Vaccinium vitis idaea.
Salix alba amenti (Salice): gli amenti del Salice bianco sono indicati nell'amenorrea, nelle sindromi dismenorroiche, nell'ipoestrogenia, nell'eretismo sessuale, nell'isteria e nella ninfomania.
Sequoia gigantea giovani getti (Sequoia): i germogli di Sequoia sono degli eccellenti antisenescenti e rivitalizzanti, particolarmente utili nell'andropausa e sindromi da senescenza maschile con un particolare tropismo per la prostata. La loro azione è particolarmente accentuata a livello della prostata; sono infatti indicati nell'ipertrofia e nell'adenoma prostatico in fase iniziale, nei disturbi trofici e psichici della senescenza. Sequoia agisce meravigliosamente in campo geriatrico provocando nell'anziano una sensazione di euforia e un recupero di forze, sia sul piano fisico che mentale.
Vaccinum vitis idaea giovani getti (Mirtillo rosso): rimedio della menopausa, agisce attenuando i sintomi della lialinosi ovarica che insorgono nel periodo climaterico femminile o quando vi sia stato un abuso di terapie ormonali di sintesi. L'azione del Mirtillo rosso si oppone alla sclerosi epiteliale e mesenchimale frenando i processi di ialinizzazione. Sinergizza e potenzia l'azione di altri Gemmoterapici con attività antiialinosica. Indicato pertanto anche nel fibromioma uterino, nelle prostatiti e nell'adenoma della prostata.
Affezioni cutanee
Cedrus libani gemme (Cedro del Libano): indicato nell'invecchiamento cutaneo, nel trattamento degli eczemi secchi, psoriasi, delle dermatosi secche, lichenificate, pruriginose e nell'ittiosi.
Juglans regia gemme (Noce): per le sue proprietà antiinfettive, depurative ed eudermiche, le gemme del Noce sono indicate nelle dermatiti infette, nelle dermopatie pustolose, nelle micosi, nell'acne pustolosa, impetigo e nell'iperidrosi.
Platanus orientalis gemme: affezioni dermatologiche e flogosi che si ripetono in maniera esasperante, acne giovanile ribelle, acne recidivante, calazio, blefarite, vitiligine.
Ulmus campestris gemme (Olmo): ottimo drenante cutaneo e regolatore della secrezione delle ghiandole sebacee. Le gemme di Olmo sono indicate per normalizzare l'attività delle ghiandole sudoripare, nell'eczema umido, in tutte le forme di dermatosi trasudanti, dermopatie "umide", eczemi vescicolosi e acne giovanile.
Affezioni allergiche
Alnus glutinosa gemme (Ontano nero): orticaria di natura allergica da alimenti, da farmaci, da punture di insetto; oppure di natura idiopatica che evolvono cronicamente e nell'asma allergico intrinseco. Sinergismo d'azione con Ribes nigrum.
Fagus sylvatica gemme (Faggio): gemmoterapico ad attività antistaminica in grado di frenare la degranulazione istiocitaria e quindi la liberazione di istamina. Con Ribes nigrum entra a far parte degli schemi terapeutici delle allergie.
Magnolia officinalis boccioli (Magnolia): i boccioli di alcune varietà di Magnolia (M. Denudata, M. Officinalis, M. Biondii) si sono dimostrate particolarmente attive come antiallergici e antinfiammatori. La Magnolia denudata è particolarmente indicata nelle affezioni allergiche e infiammatorie delle prime vie respiratorie, nelle riniti acute e croniche, nelle rinorree, nella rinite ipertrofica con o senza ipertrofia dei turbinati. È anche attiva nelle sinusiti subacute e croniche. La Magnolia officinalis, pur avendo analoghe proprietà, ha un maggior organotropismo per l'intestino tenue e crasso. È attiva nelle turbe funzionali gastroenteriche anche da cause allergiche o da intolleranze alimentari.
Ribes nigrum gemme (Ribes nero): la gemma del Ribes nero è un medicamento molto importante. La sua azione si esercita a livello del cortico-surrene stimolando la secrezione di ormoni antinfiammatori. Ha una netta azione antiallergica. È indicato in tutti gli stati infiammatori dove la Velocità di Sedimentazione è molto accelerata, e nei casi allergici quale che sia il loro aspetto clinico: riniti, bronchiti, asme, gastriti, emicranie, orticarie, edema di Quincke, reumatismo allergico e allergia solare.
Rosa canina gemme (Rosa di macchia): è un prezioso rimedio nel trattamento delle emicranie e cefalee resistenti alla maggior parte delle terapeutiche classiche ed in quelle in cui interviene una componente allergica. È interessante associarlo, in questo caso, a Ribes nigrum gemme di cui completa la stimolazione cortico-surrenale, ed alla Tilia tomentosa che interviene come tranquillante vegetale.
Affezioni urinarie
Betula verrucosa linfa (Betulla bianca): la linfa di Betulla è dotata di proprietà diuretiche, antiuricemiche e anticalcolotiche che favoriscono inoltre l'eliminazione di cataboliti, di urea ed acido urico.
Calluna vulgaris giovani getti (Brugo, Erica): possiede azione antinfiammatoria e disinfettante del tratto urogenitale. Si utilizza nei processi degenerativi e infiammatori cronici soprattutto delle vie urinarie per le sue proprietà antisettiche urinarie. Utile nelle complicazioni cistitiche dei soggetti prostatici. Indicata negli stati infiammatori e infettivi delle vie urinarie: colibacillosi, cistiti recidivanti, uretriti. Rimedio della ialinosi e della scleroamilosi, agisce bene nei processi infiammatori cronici.
Fagus sylvatica gemme (Faggio): importante rimedio renale utile per la sua azione diuretica nella calcolosi renale; è anche indicato nell'insufficienza renale iniziale da nefroangiosclerosi, nella ritenzione idrica, nell'obesità e nell'ipercolesterolemia.
Ilex aquifolium giovani getti (Agrifoglio): stimola la corteccia surrenalica e migliora la funzionalità renale. Indicato nell'insufficienza renale da nefroangiosclerosi.
Opuntia ficus indica linfa di pala (Fico d'India) la linfa ottenuta da spremitura delle foglie carnose del Fico d'India è un buon drenante biliare e renale. Trova indicazione nei casi di sabbia renale (renella) di cui facilita l'espulsione e in casi di "Placche renali di Randall" visibili all'ecotomografia renale. La sua azione blandamente antispasmodica sull'uretere favorisce l'eliminazione meno dolorosa della renella. In questi casi la sua azione è potenziata da Linfa di Betulla e gemme di Fagus sylvatica (Faggio).
Affezioni ormonali
Betula pubescens amenti (Betulla bianca): gli amenti di Betulla possiedono attività stimolante endocrina e sono indicati nelle disendocrinie. Agiscono nei disturbi della sfera sessuale maschile e femminile come gli ipogonadismi della pubertà femminile e maschile, nell'ipotiroidismo lieve, nella diminuzione della libido, frigidità e nell'astenia sessuale.
Ribes nigrum gemme (Ribes nero): stimola la corteccia surrenale e ha un'azione cortison-like; la sua somministrazione aumenta la concentrazione di cortisolo ematico.
Quercus peduncolata amenti - gemme (Quercia): possiede azione di stimolazione sulle gonadi maschili e sulla corteccia surrenale. Gemmoterapico tonico e stimolante generale, aumenta la secrezione dei 17 chetosteroidi e viene utilizzato nell'astenia sessuale e da surmenage. Nell'astenia sessuale maschile, l'associazione con Sequoia gigantea consente un'azione eutrofica e rivitalizzante sulla sfera sessuale, testimoniata tra l'altro da un aumento dei 17 chetosteroidi urinari e dalla stimolazione della secrezione di testosterone.
Salix alba amenti (Salice bianco): azione estrogenizzante.
Sequoia gigantea giovani getti (Sequoia): antisenescente maschile, stimolante generale, mentale e sessuale, induce l'aumento dei 17-chetosteroidi e la secrezione di testosterone. Indicato nei casi di ridotta vitalità generale e sessuale con affaticamento e depressione reattiva. Molto vantaggioso il sinergismo d'azione con Quercus peduncolata.
Affezioni cerebro-vascolari
Alnus glutinosa gemme (Ontano nero): indicato nelle turbe vascolari dei tronchi sovraortici a destinazione encefalica, dove migliora la circolazione cerebrale. Gemmoterapico indicato nella sclerosi cerebrale, nelle turbe circolatorie cerebrali e della memoria, negli esiti di patologie cerebrovascolari (ictus, emorragie cerebrali, rammollimento cerebrale), nei deficit cerebrali dell'anziano, nelle cefalee vasomotorie.
Olea europaea giovani getti (Olivo): rimedio anti-aterosclerotico.
Ginkgo biloba gemme: nel deterioramento organico del cervello, da malattie vascolari con lesioni degenerative ed alterazioni endoteliali. Indicato negli attacchi ischemici transitori (T.I.A.), negli esiti di ictus cerebri, nella demenza senile, nell'ipossia e nell'ischemia cerebrale. Utile il sinergismo d'azione con Alnus glutinosa.
Affezioni del colon
Vaccinum myrtillus giovani getti (Mirtillo nero): utile nei casi di colibacillosi intestinale e vescicale, nell'enterite e nella disbiosi intestinale.
Vaccinum vitis idaea giovani getti (Mirtillo rosso): indicato nei disturbi intestinali, sia in senso "iper" (diarrea) sia in senso "ipo" (stipsi), nel colon irritabile e colibacillosi.
Affezioni metaboliche
Acer campestre gemme (Acero campestre): riduce il colesterolo totale e possiede lieve azione ipoglicemizzante.
Betula verrucosa linfa (Betulla bianca): è attiva in quanto favorisce l'eliminazione di acidi urici, urea e cloruri.
Fraxinus excelsior gemme (Frassino): il suo organotropismo è rivolto al metabolismo purinico ed è infatti indicato nell'iperuricemia e nelle turbe del catabolismo delle nucleo proteine.
Juniperus communis giovani getti (Ginepro): riduce l'ipercolesterolemia e normalizza l'iperbeta-lipoproteinemia: riduce l'iperglicemia e l'iperuricemia. Agisce influenzando tutte le funzioni metaboliche del fegato: protidiche, glucidiche e lipidiche.
Morus nigra gemme (Gelso nero): indicato nel diabete florido.
Prunus spinosa gemme (Prugnolo): riattiva il ricambio regolando le disarmonie ormonali in fase di crescita; permette uno sviluppo auxiometrico fisiologico.
Rosmarinus officinalis giovani getti (Rosmarino); ottimo attivatore metabolico, estende la sua azione a quasi tutte le più importanti vie metaboliche, eccetto quella glucidica.
Viscum album giovani getti (Vischio): il suo raggio di azione terapeutica si estende alle più importanti tappe metaboliche essendo un riattivatore polimetabolico.
Affezioni oculari
Cercis syliquastrum gemme (Albero di Giuda): rimedio antitrombofilico, possiede una specifica azione nei confronti delle arteriopatie obliteranti. Indicato anche nella trombosi retinica. Se la trombosi è recente associare Cornus sanguinea.
Ilex aquifolium giovani getti (Agrifoglio): indicato nel reumatismo oculare e nelle affezioni oculari in corso di patologia reumatica.
Prunus spinosa gemme (Prugnolo) è utile nell'herpes zoster oftalmico (con Acer campestre), nella nevralgia ciliare e oculare, negli spasmi dolorosi dell'apparato oculare e come coadiuvante al trattamento classico delle forme di ipertensione oculare. La sua azione è sovrana nel trattamento delle affezioni reumatiche degli occhi.
Salix alba linfa (Salice bianco): trova applicazione come rivitalizzante del visus senile e nelle forme di intorbidamento del cristallino e del corpo vitreo. Nella cataratta senile può essere vantaggiosamente associato con JUGLANS REGIA gemme.
Vaccinum myrtillus giovani getti (Mirtillo nero): riduce la fragilità vascolare diminuendo la permeabilità dei capillari. trova indicazione nella retinopatia diabetica. nella retinopatia ipertensiva. negli esiti di distacco retinico parcellare, nella diminuita capacità visiva nelle ore notturne, favorendo la rigenerazione della rodopsina.
Affezioni del sistema nervoso centrale
Betula verrucosa semi (Betulla bianca): stimola il sistema nervoso centrale: indicata nelle turbe della memoria con difficoltà di concentrazione, nell'astenia mentale dell'anziano e del giovane, particolarmente idonea agli studenti in periodo di pre-esame.
Ficus carica gemme (Fico): rimedio delle neurodistonie, regolarizza l'asse cortico-ipotalamico correggendo le turbe neurovegetative e psicosomatiche di origine funzionale con somatizzazione a livello gastro-duodeno-colico
Prunus spinosa gemme (Prugnolo): tonico e stimolatore dell'organismo debilitato da malattie o da situazioni logoranti e stressanti. Riattiva l'asse ipotalamo-ipofiso-surrenalico.
Sequoia gigantea giovani getti (Sequoia): tonico nervino e stimolatore endocrino, il Gemmoterapico di Sequoia possiede un'azione rivolta al sistema nervoso centrale; è inoltre un eccellente rimedio antisenescenza, energetico e tonico.
Ginkgo biloba gemme: migliora la circolazione arteriosa del distretto cerebrale: possiede azione antiossidante e anti-radicali-liberi. Utile nel deterioramento cerebrale senile e nel morbo di Alzheimer.
Posologia
- Neonati: 1 - 15 gocce / die = 1 / 10 dose adulti
- Lattanti: 10 - 30 gocce / die = 1 / 5 dose adulti
- Terza infanzia: 20 - 60 gocce / die = 1 / 2 dose adulti
- Adolescenza: 30 - 100 gocce / die = 2 / 3 dose adulti
- Adulti: 50 - 150 gocce / die = 1
- Terza età: 30 - 100 gocce / die = 2 / 3 dose adulti
Le quantità sono indicate per ogni singolo gemmoderivato pro die.
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