SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA: CHARLES MANSON E LA FINE DEL MOVIMENTO HIPPIE di Walter Catalano - Saggista
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“Io sono solo quello che avete fatto di me. Io sono il vostro riflesso”(Charlie Manson)
San Francisco, 6 0ttobre 1967, la cosiddetta Summer of Love è ormai definitivamente terminata, nell’allora celebre quartiere di Haight-Ashbury – mecca della controcultura e dell’underground – si celebra il funerale di Hippie, figlio dei mass media: un nobile esperimento viene pubblicamente dichiarato concluso e simbolicamente lo si seppellisce. Tramonta l’epoca d’oro dei Figli dei Fiori e della psichedelia e subentra quella bastarda dei pigs, dei porci borghesi, evocata ironicamente nella celebre canzone Piggies di George Harrison – il più mistico dei Beatles. Per quelle stesse strade, al momento ancora inghirlandate ed olezzanti di fumi di cannabis, si aggira da qualche mese, con una chitarra a tracolla, un singolare personaggio da poco uscito di prigione dove ha trascorso - scontando pene per reati vari: furti, sfruttamento della prostituzione, stupro omosessuale, frode - più della metà della sua età: trentatrè anni, l’età di Cristo. Si chiama Charles Milles Manson: figlio illegittimo e non voluto di una prostituta sedicenne, è cresciuto ed ha imparato a sopravvivere passando dal riformatorio al penitenziario, dove ha acquisito, tra l’altro, una non disprezzabile padronanza nel campo della musica, delle subculture magico-esoterico-orientalistiche, e delle droghe. Soprattutto l’ipnosi, la scientologia e la terapia dell’Analisi Transazionale di Eric Berne, oltre alla chirosemantica massonica, sembrano aver dominato i suoi interessi. E’ capace di citare a memoria lunghi brani della Bibbia, come del romanzo di fantascienza di Robert Heinlein Straniero in terra straniera – in cui un marziano telepatico assetato di potere vaga sulla terra col suo harem, sfogando insaziabli brame sessuali mentre compie il suo proselitismo per il nuovo movimento religioso che ha creato – e coltiva analoghe, segrete ambizioni: diventare una superstar del rock e un guru spirituale. A questo scopo frequenta il sottobosco esoterico-psichedelico convergente e parallelo al mondo hippie: le 150 ore di Scientology che ha frequentato nel corso di un Criminon - il programma di recupero e indottrinamento per carcerati organizzato dalla “chiesa” di Ron Hubbard – gli danno diritto ad accedere agli eventi ed ai parties organizzati dalla setta fra Los Angeles e San Francisco allo scopo di irretire le stars di Hollywood nei famosi Celebrity Centers; è anche lui alla ricerca di contatti utili per realizzare le sue ambizioni, per ora soprattutto musicali. Charlie suona molto bene la chitarra e compone canzoni curiose e interessanti che attirano l’attenzione dei Beach Boys - il gruppo musicale più famoso in California - e di Terry Melcher, figlio dell’attrice Doris Day, produttore dicografico (per esempio dei famosi The Birds). Uno dei suoi pezzi, dal programmatico titolo di Cease to Exist (Cessa di esistere), verrà inciso con modesto successo come lato B di un 45 giri dei Beach Boys (il lato A era Blue Birds Flew Over the Mountain), il testo e il titolo furono resi più innocui (prima Cease to Resist, Cessa di resistere, e poi definitivamente, Never Learn Not To Love, Non imparare mai a non amare). La stima di Dennis Wilson, batterista e cantante della band, gli valse per un certo tempo la generosa ospitalità nella lussuosa villa sul Sunset Boulevard del famoso musicista e la licenza d’uso delle sue Ferrari, della Rolls Royce e del guardaroba. Oltre alla setta di Hubbard però Charlie ha contatti più saltuari anche con altri ambienti eterodossi legati al mondo musicale ed artistico: quello di The Process, un curioso e teologicamente originale gruppo para-satanista fondato da due ex membri di Scientology - l’ex ufficiale della cavalleria britannica Robert De Grimston Moore e la ex call-girl di lusso Mary Ann Maclean - e la Solar Lodge (Loggia Solare) emanazione americana dell’Ordo Templi Orientis di Aleister Crowley ed erede diretta di quella Agapé Lodge che per prima aveva diffuso – attraverso Jack Parsons, il geniale chimico specialista in propellenti saltato in aria con il suo laboratorio - il verbo di Thelema in California. Durante i festini organizzati dai fondatori del gruppo, Georgina e Richard Brayton, si celebravano rituali magici a base di “sesso e fatti strani e buone droghe e gente interessante” e vi partecipavano personaggi noti come Jerry Kay, art director del film culto dell’epoca Easy Rider o Kenneth Anger, regista underground e occultista. Anger girerà, fra l’altro, il film Lucifer Rising in cui il ruolo di Lucifero sarà interpretato proprio da Bobby Beausoleil, all’epoca suo amante e futuro membro della Famiglia di Manson, nonché autore del primo delitto a questa attribuito: sarà costretto a comporre la colonna sonora della pellicola dalla prigione in cui è ormai stato rinchiuso e nella quale diverrà membro della Fratellanza Ariana riempiendosi il corpo – come Manson – di tatuaggi con swastike e simboli nazisti. Sempre Anger poi collaborerà con Anton Szandor La Vey per la fondazione, nel 1966, della “Chiesa di Satana” e sarà proprio La Vey a fare la parte di Satana nel film Rosemary’s Baby di Roman Polansky, marito di Sharon Tate, una delle vittime dell’eccidio più efferato accreditato alla Family mansoniana. Come si può notare le relazioni sono assai ambigue e ingarbugliate, forse troppe per essere credibili come pure coincidenze.Manson intanto, nel corso dei suoi numerosi vagabondaggi allucinogeni a base di LSD, si convince di aver assistito alla crocefissione di Cristo e di essere la reincarnazione del Messia: secondo lui il vero cristianesimo era di ispirazione sensuale-sessuale, ma fu presto distrutto e deviato da una casta di sacerdoti lugubri e asessuati. Comincia a raccogliere intorno a sé una corte di ragazze scappate di casa - che soggioga grazie alla sua dirompente sessualità fino a renderle praticamente sue schiave: le cosiddette Charlie’s Girls, le ragazze di Charlie - e di tossici e delinquentelli senza fissa dimora, facendosi chiamare “Il Figlio dell’Uomo” e alternativamente Cristo o Satana dai suoi primi seguaci che raccoglie in una specie di comune, il nucleo originario di quella che in seguito verrà battezzata dai mass media – dai mass media e non da lui – “La Famiglia”.“Charlie esercitava sempre un notevole effetto su tutti quelli che incontrava. – racconta lo scrittore beat Ed Sanders, nel suo controverso libro dedicato ai delitti di Cielo Drive - Appariva schietto. …Aveva sempre una risposta a tutto, immediata, abile, anche se, a quanto sembra complicata. Se, da un lato, diceva a tutti di essere se stessi, di comportarsi a proprio piacimento, dall’altro possedeva un magnetismo penerante che, abbinato a un infaticabile processo di selezione, attraeva tutti coloro che affannosamente cercavano un leader. Il dominio era quello che Charles cercava sempre, nonostante le sue affermazioni di emancipazione e libertà” (1).Come una sorta di Rasputin hippie, Charlie dominava, guru ineffabile e capo carismatico, una sempre più numerosa e fedele tribù di ragazzine infoiate e adoranti – qualcuno ha calcolato, probabilmente esagerando, che Manson avesse a quell’epoca in media sette rapporti sessuali al giorno con donne diverse - e di ragazzotti affascinati non solo dall’abuso di sesso e droga, ma soprattutto dalle innegabili capacità dialettiche e “filosofiche” dell’ex carcerato autodidatta: “Dove va a finire la spazzatura, così come ci sono lungo la strada lattine e rifiuti e chiazze di petrolio sull’acqua, così nello stesso modo finiscono le persone: ed io sono uno di questi rifiuti umani”. La Famiglia sopravviveva ripulendo le pattumiere dei supermarkets dai cibi scaduti che venivano bolliti e trattati in modo da renderli commestibili; analogamente Manson ripuliva le strade dai rifiuti umani offrendo loro una sorta di casa e di comunità in cui insegnava che “in amore non c’è mai niente di sbagliato”. Il gruppo si spostava su dune buggies rubate e su un autobus nero fra San Francisco e Los Angeles, fra lo Spahn Ranch, un cadente set per film Western affittato pagando in natura il proprietario con le prestazioni sessuali delle ragazze, ed un rifugio segreto nel deserto, una serie di grotte a Goler Wash, nel profondo della Valle della Morte, dove “si cercava di avvicinarsi il più possibile a tutti gli animali, di imparare da loro a vivere”. A Goler Wash gli uomini mangiavano dopo i cani, talvolta gli avanzi dei cani: “Non trattate i cani come persone. Trattateli come cani. Sono molto meglio delle persone”. Ma gli animali preferiti di Charlie erano gli scorpioni, bisognava lasciarseli camminare addosso: “Avete molto da imparare da loro. Sono come voi. Siamo tutti insieme qui…”. Charlie era ed è ancora, a suo modo, un animalista convinto, preoccupato per il degrado ambientale causato dall’inquinamento: a tutt’oggi dalla prigione di massima sicurezza in cui vive in isolamento da decenni, dirige un gruppo di ecologia profonda l’ATWA (Air, Trees, Water, Animals) che, attraverso la “corte internazionale di retribuzione”, opera con atti di vandalismo sulle macchine inquinanti e con minacce di morte rivolte contro i capi delle compagnie multinazionali che contribuiscono al degrado dell’ecosistema (nel 1975, una ex-membra della Famiglia, Squeaky Fromme, tentò senza successo di sparare al Presidente Gerald Ford in visita a Sacramento).
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Altri aspetti ben più inquietanti del suo pensiero emergono però dai controversi reperti processuali, più tardi assurti a verità definitiva sul caso Manson, attraverso le divulgazioni non proprio obbiettive di Ed Sanders (The Family. The Story of Charles Manson’s Dune Buggy Attack Battallion, 1971) e soprattutto quelle ancor meno obbiettive di Vincent Bugliosi, Pubblico Ministero al processo per i delitti Tate-La Bianca (Helter Skelter, The True Story of the Manson Murders, 1974). Secondo queste fonti Charlie avrebbe costruito una micidiale escatologia combinando le suggestioni di un’azzardata esegesi dell’Apocalisse a quelle di alcune canzoni dei Beatles (l’Apocalisse viene chiamato, più comunemente, in inglese The Revelation, parola che assuona con revolution: due canzoni dei Beatles in cui Manson avrebbe letto significati occulti sono Revolution 1 e Revolution 9, contenute entrambe nel celeberrimo doppio LP dalla copertina bianca realizzato nel 1968 dal quartetto britannico). I quattro angeli del nono capitolo dell’Apocalisse (Revelation 9), il preferito di Manson, sarebbero i quattro Beatles, profeti che annunciano l’imminente rivoluzione: il primo verso del capitolo fa riferimento ad un quinto angelo, Charlie Manson stesso: “Ed egli aprì il pozzo senza fondo…e dal fumo vennero locuste sulla terra”…ancora un riferimento ai Beatles, insetti anche loro ma scarabei non locuste…”Avevano volti di uomo…ma avevano capelli come quelli delle donne”. Le “corazze di fuoco” del testo biblico sarebbero le chitarre elettriche dei Fab Four per mezzo delle quali i quattro angeli avrebbero comunicato al quinto messaggi attraverso le loro canzoni, in particolare Helter Skelter, Blackbird, Piggies, Revolution 1, Revolution 9, Happiness is a Warm Gun (la felicità è una pistola calda, titolo molto esplicito). Se Revolution 1 era un invito a votarsi alla rivoluzione – “…ma se parli di distruzione, allora, devi contarmi fuori…dentro”, si corregge subito la voce di Lennon nel disco - Revolution 9, seguita dal finale soft di Good Night cantata da Ringo in stile Bing Crosby, era l’annuncio di Armageddon, lo scontro finale fra i bianchi ed i neri che in Blackbird venivano invitati a insorgere (rise) - “l’uccello nero sta solo aspettando il suo momento per spiccare il volo”, dice il testo – ed a scannare i maialini (piggies) – “dappertutto ci sono tanti maialini che vivono una vita da maialini – canta Harrison – li puoi vedere fuori a pranzo con le loro mogli maialine usando forchetta e coltello per tagliarsi il prosciutto…”; infine l’Helter Skelter (il tumulto) era la devastazione finale portata dalla guerra razziale fra Afro-Americani e Caucasici: i bianchi alla fine sarebbero stati massacrati ma i negri, “come le scimmie”, essendo in grado solo di imitare l’uomo bianco, non avrebbero saputo ristabilire l’ordine e allora Charlie, novello Gesù Cristo, sarebbe riemerso dalle caverne della Valle della Morte, accesso al mondo sotterraneo (Agartha ?) in cui era disceso ad attendere la fine della guerra con i 144.000 eletti, e avrebbe con essi regnato in gloria. Manson dimostrerebbe anche in questa sua pretesa fantasmagoria profetica – per altro assai dubbia perché desunta in base a frammentarie e interessate testimonianze processuali - il suo spiccato razzismo: di fatto è stato un hippie assai atipico che ha sempre simpatizzato con i gruppi neonazisti e che in carcere si è fatto tatuare una swastika in mezzo alla fronte (“E fu comandato loro che non facessero del male a chi aveva impresso il sigillo di Dio sulla sua fronte”). Secondo la testimonianza processuale di una ragazza della Famiglia, Linda Kasabian, la notte dell’ 8 Agosto 1969 Manson avrebbe annunciato che “E’ ora il tempo dell’ Helter Skelter”. Uccidere platealmente e atrocemente alcuni personaggi di spicco facendo ricadere la colpa sugli estremisti del Black Power – queste le argomentazioni non del tutto convincenti del Chief Prosecutioner Bugliosi – avrebbe accelerato la deflagrazione del conflitto degli “ultimi giorni”. Il movente dei delitti “rituali” sarebbe essenzialmente questo. Manson non avrebbe ucciso nessuno direttamente, ma avrebbe istigato e costretto i suoi seguaci a commettere gli efferati crimini. C’è comunque da segnalare la voce ancor più tenebrosa in base alla quale la Famiglia sarebbe stata attivamente coinvolta in una forma del tutto particolare di cinema artigianale: pare possedessero diverse cineprese non professionali e avessero girato numerosi brevi film. “A quanto sembra la cinematografia della Famiglia era rimasta per lungo tempo nel filone erotico – scrive Ed Sanders - con l’aggiunta di particolari piccanti di volti e corpi celebri. E non faccio nomi”. Oltre alla comune pornografia sarebbero stati realizzati però anche i cosiddetti, famigerati snuff movies: orribili film di violenza reale per un pubblico di scoptovampiri: sacrifici animali (cani e gatti fatti a pezzi dagli interpreti incappucciati che ne avrebbero poi bevuto il sangue durante un’orgia…. in questo caso l’animalismo di Charlie subirebbe un drastico ridimensionamento) e – terribile a dirsi – almeno un paio di sacrifici umani (giovani donne sconosciute alle quali sarebbe stata tagliata la testa). Gli acquirenti di questi film – ma Sanders è assolutamente reticente in proposito – sarebbero “un celebre artista di New York del quale non faremo il nome” (noi si: Andy Warhol ?) e qualcuno dell’ambiente di cineasti che frequentava Cielo Drive 10050, residenza dei coniugi Polansky. Niente prove concrete, comunque, solo fantasmi: non si va oltre i “si dice”.
Il primo morto vero attribuito
alla famiglia invece è Gary Hinman, spacciatore di droga e musicista di
Los Angeles, ritrovato il 31 luglio 1969. L’omicidio, dal movente
bassamente pecuniario, viene compiuto in circostanze molto ingarbugliate
e per niente chiare da Bobby Beausoleil, il Lucifero di Anger, insieme
ad almeno due ragazze della
Family.
Con il sangue della vittima, uccisa a pugnalate, vengono scarabocchiate
sulla parete le parole political
piggy, maialino
politico, e accanto viene disegnato un artiglio felino: allusione forse
alle Pantere Nere,
il gruppo estremista
negro sul quale si sarebbe voluto scaricare la colpa. |
A questo delitto segue il primo omicidio di massa del 9 agosto 1969, compiuto nella villa di Cielo Drive 10050 a Bel Air, Los Angeles. Tre vittime vengono freddate a colpi di pistola e/o di pugnale nel parco della proprietà: Abigail Folger pugnalata 21 volte, Voityck Frykowski pugnalato 51 volte e colpito da tre revolverate, Steven Parent colpito da tre revolverate. La padrona di casa Sharon Tate, le bella moglie del regista Roman Polansky, incinta di otto mesi, viene massacrata con 16 pugnalate all’interno della villa insieme al parrucchiere di grido Jay Sebring, colpito da due colpi di pistola e sei di pugnale. Con il sangue dell’attrice viene sgorbiata sulla porta d’ingresso la parola pigs, maiali. Due giorni dopo, in un tranquillo quartiere di borghesi benestanti, vengono assassinati, nella loro villa, con dozzine di colpi di pugnale, gli imprenditori Leno e Rosemary La Bianca: come macabra citazione dei versi della canzone di George Harrison Piggies, un coltello ed una forchetta vengono piantati nel collo e nell’addome di Leno. Sempre con il sangue vengono tracciate in diversi punti della casa le parole rise, insorgi; death to pigs, morte ai maiali; e helter skelter, storpiato però, per un errore di ortografia, in healter skelter; sul ventre di Leno viene addirittura incisa a coltellate la parola war, guerra. L’ultima vittima, qualche tempo dopo, è l’ex stuntman Donald Shea, frequentatore dello Spahn Ranch e, come Hinman, estraneo o collaterale ai delitti maggiori. La polizia, stranita dai dettagli orribili delle due stragi principali, raccoglie le prove in modo impreciso e per molto tempo non riesce a venire a capo del caso. E’ perfino assoldato dai familiari di alcune delle vittime, un parapsicologo olandese, Peter Hurkos, perché analizzi il luogo del delitto al fine di recepire eventuali vibrazioni che consentano di identificare gli assassini. Un’altra pista segue l’ipotesi dei sacrifici umani praticati dalle sette voodoo di Jamaica e Haiti coinvolte nel traffico di stupefacenti Solo nel novembre 1969, per un puro colpo di fortuna, Susan Atkins, una componente della Famiglia, viene arrestata per prostituzione e si vanta con una compagna di cella di aver partecipato all’eccidio di Bel Air: dare il colpo di grazia a Sharon che la supplicava di risparmiarla almeno in nome del bambino che stava per nascere – dice – è stata l’esperienza sessuale più eccitante della sua vita. Racconta di aver avuto un orgasmo leccandosi il sangue della vittima dalle mani e si compiace di altri deliri sadici di simile tenore. Queste rivelazioni inaspettate mettono gli inquirenti sulle tracce di Manson. La Famiglia viene stanata, non senza difficoltà, dal suo inaccessibile rifugio nel deserto, dove, secondo la versione ufficiale, intende apprestarsi ad attendere la fine dell’ Helter Skelter appena innescato. Charlie e tre seguaci (Krenwinkel, Atkins, Van Houten) vengono accusati dei delitti Tate/La Bianca. Il processo è spettacolare: Manson volta costantemente le spalle al giudice, imitato dai co-imputati e dagli altri suoi “discepoli” presenti. Si è rasato il cranio e si è tatuato una swastika in mezzo alla fronte. Si difende accanitamente (2) facendo dichiarazioni provocatorie: “Io so solo questo: che nel vostro cuore e nelle vostre anime siete assai più responsabili voi per la guerra del Vietnam di quanto lo sia io degli assassinii di quelle persone”…”Siete voi che avete reso i vostri figli quello che sono…Questi figli che vengono da voi brandendo il coltello, sono figli vostri. Voi gli avete insegnato, non io. Io ho solo cercato di aiutarli a tenersi in piedi…Io sono solo quello che avete fatto di me. Io sono il vostro riflesso…Ecco quello che facevo, seguivo i vostri figli, quelli che voi non avevate voluto, ognuno di loro. Non ho mai chiesto loro di venire con me, sono loro che me l’hanno chiesto”…”La prigione è nella vostra mente, non vedete che io sono libero ?”. Vincent Bugliosi, il pubblico ministero, amministra il caso con astuzia: tutti pagano profumatamente per avere il mostro, ed il mostro avranno. Ha raccolto un’infinità di prove indiziarie ma nessuna schiacciante: oltre a terrorizzare la giuria mettendola in guardia contro “le pericolose facoltà ipnotiche dell’imputato”, offre alla co-imputata Atkins l’immunità perchè testimoni contro Manson e questa dapprima accetta, perdendosi, nelle sue deposizioni dietro alle solite maniacali e compiaciute descrizioni di efferatezze, poi ritratta: ha inventato tutto, dice. Bugliosi allora le ritira l’immunità e propone il patteggiamento ad un’altra ex membra della Famiglia, Linda Kasabian, autista e “palo” del presunto kommando omicida in casa Polansky, che, per quanto il difensore sollevi dubbi (“ha preso così tanto LSD negli ultimi anni da non saper più distinguere la realtà dall’allucinazione”), mantiene la deposizione contro il suo guru. Per giorni il dibattimento infuria: perfino il presidente Richard Nixon si sbilancia pubblicamente, dimentico che la presunzione di innocenza di un imputato è un diritto garantito dalla costituzione, dichiarando che Manson “direttamente o indirettamente è responsabile di almeno otto omicidi”. Nell’udienza successiva alla dichiarazione del Presidente tutti gli imputati si alzano in piedi gridando: “Se il Presidente ha già stabilito che siamo colpevoli, che senso ha continuare questo processo ?”. Hanno ragione: i quattro accusati vengono, come previsto, riconosciuti colpevoli e condannati alla pena capitale. Più tardi si aggiungono, per Manson e vari altri membri della Family, ulteriori sentenze capitali per i delitti Hinman e Shea. Nel 1970, con l’abrogazione della pena di morte in California, la condanna viene commutata nel carcere a vita. Nel 1986, 1992 e 1997, tutte le richieste di libertà sulla parola avanzate da Manson vengono respinte: “Io sono Abraxas, il figlio di Dio e il figlio delle Tenebre, e mi ergo al di sopra di tutte le corti del mondo” – commenterà il reo in una di quelle occasioni. Come osserva, non senza acume, Alessandro Papa (3) “…il vero fine di tutta l’operazione era in realtà quello di stroncare il movimento hippy…l’establishment americano avrebbe preso uno sporco hippy, capo di una comune, e attraverso i mass media lo avrebbe presentato come l’esempio tipico dell’hippy cult leader, trasformandolo poi nel mostro per antonomasia…Demonizzare Manson avrebbe quindi significato colpire indirettamente il movimento del flower power…Manson il ‘controllante’, il manipolatore della volontà dei suoi seguaci, sarebbe invece il ‘controllato’ per eccellenza; a lui, figlio del sistema penitenziario americano, tra le cui mura aveva trascorso tutta la giovinezza, sarebbe stata attribuita la parte del Belzebù nazionale affinchè si potesse decretare la morte del movimento hippy e delle controculture degli anni sessanta, che erano diventate un pericoloso fattore destabilizzante dell’ordine sociale. Dunque, Manson sarebbe stato proprio il mostro giusto al momento giusto”. Capro espiatorio o novello Moloch istigatore di sacrifici rituali, Charlie Manson resta comunque un personaggio tragicamente emblematico dell’Occidente moderno. Nemico pubblico numero uno per i più, eroe rivoluzionario per certe minoranze antagoniste, degenerato psicopatico o filosofo pagano al di là del bene e del male, alfiere dei serial-killers - pur non avendo, almeno direttamente, mai ucciso nessuno - e avatar del satanismo acido, la rock’n’roll star mancata ha avuto, fra l’altro, un ampio riconoscimento “postumo” vedendo pubblicati vari suoi LP dalla prigione o sue composizioni portate al successo da gruppi famosi (4) Vera e propria “icona del subconscio americano”- come lo ha definito qualcuno - al pari di Marylin Monroe, ha potuto constatare l’efficacia di questa ardita sintesi fra la Bella e la Bestia dell’immaginario mitico a stelle e strisce, nell’omaggio pseudonimico di Marylin Manson, recente e oltraggioso divo del rock “satanico”. Oltre che all’ambito musicale però, la sua revanche si estende anche a quello mistico-religioso ed risulta evidente nell’interesse che vari gruppi apocalittici e millenaristi (niente affatto “satanici” quindi) riservano alla sua controversa ed ambigua figura. Solo a titolo di esempio si può citare il caso dei Concerned Christians, una setta fondamentalista i cui membri sarebbero stati deportati da Israele nel gennaio del 1999 con l’accusa di aver tentato di scatenare la violenza a Gerusalemme per favorire il Secondo Avvento del Cristo. Il gruppo di fanatici diffondeva, fra le altre cose, un’audiocassetta intitolata “Il Tempo della Fine” in cui Manson veniva considerato il “Figlio dell’Uomo” ed il “Restauratore della Legge”: in base al nastro, gli USA sarebbero il “Regno del Dragone” che riceverà “due volte il giudizio” inferto al Giappone con le due bombe atomiche sganciate alla fine della Seconda Guerra Mondiale; l’ex-Presidente Clinton sarebbe stato un “falso messaggero” e Manson il vero “Figlio dell’Uomo”. I crimini a lui attribuiti sarebbero connessi con il ritorno di Gesù Cristo, l’uccisione di Sharon Tate avrebbe permesso l’eliminazione del feto dell’Anticristo (Rosemary’s Baby, secondo il testo) seguendo il volere divino. A conferma si citerebbe la profezia messianica di Isaia 2:3, assegnando una valenza mistica al numero 23 “continuamente connesso con i delitti di Manson”.
Si tratterebbe dunque,
evidentemente, di un “mostro” buono per tutte le stagioni !
Note
(2) Il testo abbreviato della sua dichiarazione principale è stato recentemente tradotto anche in italiano: Charles Manson – I vostri bambini – Stampa Alternativa, Roma 1994. (3) Alessandro Papa, introduzione a C. Manson – cit. – pag. 12. (4) Un elenco parziale è il seguente: The Lemonheads ("Your Home is Where You're Happy" - "Big Iron Door"); G.G. Allin ("Garbage Dump"); Marylin Manson ("Mechanical Man"); Guns and Roses ("Look at Your Game Girl"); Crispin Hellin Glover ("I'll Never Say Never to Always"); Scramblehead ("The Fires Are Burning"). Uno degli Lp dello stesso Manson, scaricabile anche su internet, ha il significativo titolo di "The Way of the Wolf", la via del lupo. Il richiamo simbolico al lupo e il nazismo ecologistico e animalista di Manson ricordano da vicino il pensiero dell'alfiera del neopaganesimo indo-nazista Savitri Devi (1905/1982). In realtà la “Sacerdotessa di Hitler” era una greca nata in Francia, si chiamava Maximiani Portas e aveva sposato un leader dell'estrema destra nazionalista indù, Asit Krishna Mukherji. Vegetariana, animalista, ambientalista, antesignana dell’ecologia profonda e dei movimenti Verdi (ma anche paladina dell'eugenetica e del darwinismo sociale...), è divenuta la "santa" dei neonazisti americani e le sue ceneri sono state traslate in un sacrario hitleriano ad Arlington negli USA. Sarebbe impresa interessante e forse non infruttuosa cercare collegamenti più profondi e concreti fra i due. |
Di Walter Catalano Airesis
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